«Il tribunale aperto fino al 2026» I sindaci: basta proroghe a tempo Il governo ha già preparato un emendamento per posticipare la chiusura definitiva di altri due anni Menna: «Questa soluzione non basta, serve un incontro col ministro per revocare la soppressione» 

VASTO. Un incontro con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per ottenere la revoca della soppressione del tribunale di Vasto. È quello che ha chiesto il sindaco, Francesco Menna, dopo aver...

VASTO. Un incontro con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per ottenere la revoca della soppressione del tribunale di Vasto. È quello che ha chiesto il sindaco, Francesco Menna, dopo aver discusso con gli altri sindaci del comprensorio.
«Il governo ci ha fatto sapere che intende lavorare ad un nuovo emendamento per la proroga del tribunale di altri due anni», spiega il primo cittadino di Vasto, «ma questo non basta e non ci soddisfa. Chiediamo certezze perché il tribunale e la procura sono essenziali per creare un argine alla criminalità».
VERTICE CON IL MINISTRO
Per questo motivo Menna, al termine della riunione dei sindaci e dell’ordine forense svolta in videoconferenza, ha chiesto ufficialmente un incontro con il ministro Nordio: «La speranza è quella di essere ricevuti presto», spiega menna. Attualmente il tribunale di Vasto avrebbe un altro anno di vita: il presidio dovrebbe chiudere il 1° gennaio 2024. Ma il governo a quanto pare sta lavorando ad un nuovo emendamento che prevede una proroga di due anni. «Ma è un provvedimento che non servirebbe ad evitare danni», insiste Menna, «vogliamo la salvaguardia dei tribunali abruzzesi e in particolare della procura di Vasto che sempre più spesso è chiamata ad occuparsi di reati di stampo mafioso. La speranza è che questo governo possa finalmente emanare una norma che stabilizzi i tribunali abruzzesi, in particolare il presidio vastese. Il palazzo di giustizia, tra l’altro, è del Comune, non ci sono affitti da pagare e quindi le spese sono limitate».
«TRIBUNALE DA SALVARE»
Menna sottolinea anche altri motivi per cui il Vastese è una zona da proteggere in modo particolare: «È una terra di confine», dice il sindaco, «potenzialmente vittima di infiltrazioni criminali che hanno spinto più volte la Direzione distrettuale antimafia ad indagare e intervenire. La nostro procura è una diga contro la criminalità che non può essere abbattuta. È fondamentale non solo per l’Abruzzo, ma anche per il Molise e la Puglia. Con quest’ultima siamo gemellate e condividiamo tanti percorsi economici, commerciali, turistici e storici e con cui dobbiamo condividere anche la collaborazione tra le Procure. Dobbiamo restare un presidio di legalità e il prossimo appuntamento è a Roma dove andremo a far valere le nostre ragioni».
«SERVONO RINFORZI»
Due giorni fa c’è stato l’ingresso di due nuovi giudici in tribunale. Forze fresche che hanno fatto «ben sperare sulle sorti degli uffici di giustizia», prosegue Menna, «si tratta di un segnale importante, che arriva dopo le tante riunioni e richieste che abbiamo fatto ai governi che si sono succeduti. Ma ora dobbiamo mettere un punto a questa vicenda dopo 10 anni di battaglie».
L’appello di Menna è stato supportato anche dalle ultime dichiarazioni del presidente della sezione penale della Corte d’appello dell'Aquila, Aldo Manfredi. Il magistrato non ha esitato a definire il Vastese una terra a rischio infiltrazioni mafiose: «Nella relazione dell’anno giudiziario», ha detto Manfredi, «ribadirò che è questo il pericolo per il Vastese». (p.c.)