martedì protesta in regione

Il Vastese dice no alla discarica di rifiuti speciali

FURCI. Ci saranno anche i sindaci del Vastese, con il testa il primo cittadino di Furci, Angelo Marchione, martedì a Pescara dove è in programma la conferenza dei servizi sull’impianto per il...

FURCI. Ci saranno anche i sindaci del Vastese, con il testa il primo cittadino di Furci, Angelo Marchione, martedì a Pescara dove è in programma la conferenza dei servizi sull’impianto per il trattamento di rifiuti speciali con annessa discarica che la società Vallecena srl vuole realizzare al confine con Cupello. In quella occasione verrà presentato il documento sottoscritto dagli amministratori comunali presenti all’assemblea pubblica organizzata giovedì nell’aula consiliare di Furci e nel quale sono elencate le ragioni della contrarietà.Hanno risposto in molti all’appello lanciato da Marchione che ha ripercorso le tappe di un progetto contro il quale si sono espressi, tra il 2006 e il 2008, circa venti consigli comunali. Opposizione che è stata ribadita durante l’incontro. «Non ci sono solo criticità tecniche», ha spiegato Marchione, «ma c’è anche da prendere una posizione politica. Questa non deve essere la solita questione dei furcesi che non vogliono la discarica sotto casa. Vorrei che fosse un intero territorio ad opporsi al’impianto. Bisogna preservare l’area interessata all’insediamento che ha una vocazione agricola di pregio. L’impianto sarebbe un ulteriore colpo a favore dello spopolamento dei nostri paesi».

Le ragioni del no. Al centro dell’assemblea c’è la realizzazione del più grande impianto del genere in Abruzzo, destinato ad accogliere una vasta gamma di rifiuti pericolosi, ben 264 codici Cer (catalogo europeo dei rifiuti), tutti trattati allo stesso modo: inertizzazione con calce e silicati e conferimento nella discarica. Per il primo cittadino significa che «non c’è nessuna differenziazione. È una tecnica che non dà garanzie nel lungo periodo e rischia di consegnare alle generazioni future un territorio inquinato». C’è poi il rischio idrogeologico. Alcune modifiche apportate successivamente al progetto non eliminano i rischi legati al dissesto dei terreni della zona interessata che ospita colture di pregio con certificazione biologica. Nella zona, inoltre, ci sono case sparse che distano meno dei 500 metri previsti per legge dalla discarica e un tratturo da valutare ai fini del vincolo archeologico.

La contrarieta’ degli altri sindaci. «Il 4 marzo dobbiamo presentarci tutti in Regione per dare un segnale forte di dissenso», dice Denisso Cupaiolo, sindaco di San Buono. Forte contrarietà è espressa anche dai colleghi di Vasto e San Salvo, Luciano Lapenna e Tiziana Magnacca, dal primo cittadino di Pollutri, Nicola Benedetti e dal suo omologo di Monteodorisio, Ernesto Sciascia. Invita a «far fronte comune», il vicesindaco di Gissi, Agostino Chieffo. Esce invece dal coro Antonio Turdò, presidente di Italia Unita-partito degli automobilisti. «Al nostro territorio manca una visione globale della problematica», commenta Turdò, «dietro certe operazioni ci sono investimenti, opere pubbliche e posti di lavoro. Siamo tutti bravi a dire no, ma gli amministratori pubblici devono avere la capacità di discernere e programmare».

Anna Bontempo

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