L'Ato ricorre al Tar contro la chiusura dei pozzi

Contestato il decreto di Goio, interi quartieri della città ancora senz’acqua

PESCARA. Mentre la Val Pescara continuerà a soffrire la mancanza dell’acqua per almeno un’altra settimana, si apre un duro scontro istituzionale tra l’Ato e il commissario del Bacino Aterno-Pescara Adriano Goio. Il cda dell’ente d’ambito, dopo una riunione domenicale dedicata all’emergenza, ha annunciato ricorso al Tar contro la chiusura dei pozzi di Castiglione a Casauria scattata venerdì scorso.

Lo ha rivelato il sindaco di Francavilla, Roberto Angelucci, che è anche vice presidente dell’Ato, gestore della rete idrica di 64 Comuni dell’area metropolitana. «Abbiamo deciso» ha affermato al termine del consiglio di amministrazione, riunitosi straordinariamente di domenica per fare il punto della situazione «di presentare un ricorso martedì prossimo (domani, ndr) per contestare il provvedimento di chiusura di uno dei pozzi», firmato venerdì scorso dal commissario straordinario del Bacino Aterno-Pescara, Adriano Goio ed eseguito dal Corpo forestale che indaga sull’avvelenamento delle acque.

Secondo l’Ato, almeno uno dei pozzi poteva rimanere aperto e non sarebbe, quindi, giustificabile la chiusura. «Dai rilevamenti, non risulta l’inquinamento», ha sottolineato Angelucci. Intanto, l’acqua continua a mancare a Pescara, Chieti e in molti Comuni del territorio.

Gli effetti della chiusura dei pozzi si fanno sentire soprattutto nelle zone costiere, invase dai turisti e dai bagnanti. Bar e ristoranti hanno chiuso i servizi igienici e sono stati costretti a utilizzare acqua minerale anche per preparare i caffè. Forti disagi si sono registrati nei quartieri di San Donato e Villa del Fuoco, a Pescara, dove la prefettura ha sconsigliato di bere acqua potabile almeno fino a domani.

La mancanza di pressione e i lavori di captazione al nuovo pozzo di Bussi comporteranno almeno un’altra settimana di disagi. In proposito, ieri nei centri commerciali si è registrato un assalto alle confezioni di acqua minerale. E’ stato dunque un week-end nero con i rubinetti a secco e, forse, sarà così anche nei prossimi giorni. L’Aca, braccio operativo dell’Ato, spera che la richiesta di acqua si possa ridurre almeno nelle zone costiere, per la minore presenza di bagnanti. Un dato positivo è la scoperta di una falda acquifera a Bussi. Il sondaggio è stato spinto fino a 30 metri di profondità, contrariamente alle previsioni che parlavano di 23 metri.

«L’abbassamento di livello» ha osservato il geologo Amedeo Di Giulio «potrebbe dipendere dall’andamento stagionale della falda acquifera, considerato che sono circa due mesi che non viene alimentata dalla pioggia». Oggi, comunque, i lavori verranno ripresi fino a sotto il livello di falda per accertare la potenza dell’acqua che, secondo le carte geologiche, dovrebbe essere di notevoli dimensioni, cioè in grado di superare ben oltre i 200 litri al secondo.

Se l’acqua risulterà potabile, dopo l’estrazione verrà convogliata nei collettori principali dell’acquedotto. Sarà necessario realizzare una condotta che da Bussi arrivi fino alla direzione del fiume Pescara per intercettare l’acquedotto del Giardino. Il commissario Goio ha previsto per l’esecuzione di questi lavori un periodo di tempo non superiore a venti giorni.

L’emergenza idrica potrebbe andare avanti così per tutto il mese. Intanto, sull’avvelenamento delle acque di Sant’Angelo proseguono le indagini, ordinate dalla procura ed eseguite dal nucleo investigativo del Corpo forestale dello Stato.