Alceo Esposito con la foto del suo grande amico Enzo De Iuliis, per tutti "Cipolla"

STORIA DELLA DOMENICA

«La nostra vecchia Chieti con gli scherzi di Cipolla» 

Il pallavolista Alceo Esposito racconta aneddoti e segreti dell’amicizia con De Iuliis: «Entrò con la macchina al bar Vittoria per ordinare un caffè. Quella città non c’è più»

CHIETI. Un tavolino e una sedia, una bottiglia di Cynar, un sigaro nel posacenere, una canna, una pietra e una coroncina del rosario. Tutto in ferro battuto. Da collocare in largo Santa Maria per ricordare Enzo De Iuliis, per tutti “Cipolla”, l’amico di tutti, un pezzo di storia cittadina la cui morte improvvisa all’età di 67 anni ha colpito profondamente chi aveva avuto modo di conoscerlo.

Il tavolino in ferro battuto che ricorderà Enzo "Cipolla" nel rione Santa Maria

L’idea è di Alceo Esposito, amico di Enzo e personaggio molto popolare in città per la sua carriera di pallavolista e per una simpatia dirompente, il più delle volte irriverente ma mai offensiva, in passato protagonista sul web, assieme a Marcello Pescara e Pietro Marchesani, di “Chiese ed Ottese”, ovvero esilaranti discussioni su temi cittadini analizzati attraverso dialoghi dissacranti e memorabili battute. Avviata una raccolta fondi anche attraverso Facebook per concretizzare l’idea di Alceo il quale si è già rivolto all’architetto Gianfranco Scatigna per il progetto.
«Ho conosciuto Enzo oltre cinquanta anni fa durante una delle tante scorribande, a suon di pietre, tra ragazzi dei vari quartieri. Ed anche il nostro storico rione, quello di Santa Maria, era a sua volta diviso tra “quelli” di via Arenazze, gli altri di via Paradiso e gli altri ancora dell’“Ammazzator” ovvero il mattatoio comunale. A dividere la nostra zona con il quartiere di Madonna degli Angeli il “campetto dei preti”, sottostante l’attuale terminal dei bus, chiamato così perché frequentato dai seminaristi presenti in città tanti anni fa. Un campetto scenario poi di memorabili sfide a pallone con puntuale scazzottata finale». Altri tempi, i cui protagonisti fanno quasi fatica a trasmettere certe emozioni. «Chieti era una classica città di provincia dall’atmosfera gioiosa, scandita da parecchi personaggi, al di là di ogni ceto sociale, decisamente fuori dalle righe», continua Esposito, «certe volte, ero poco più di un ragazzino, sotto i portici del Caffè Vittoria sembrava davvero di trovarsi sul set del film “Amici miei” e si raccontava spesso dello scherzo messo in atto nei confronti di un amico, che sperava di fare l’attore, con l’organizzazione di un falso provino cinematografico con tanto di regista, altrettanto falso, venuto da fuori, e di autentiche macchine da presa».

Enzo con il notaio Alfredo Pretaroli, inseparabile amico

Proprio da questo ambiente schizzava appunto fuori Enzo “Cipolla”, tra l’altro inseparabile amico di Alfredo Pretaroli, notaio gentiluomo, persona di grande generosità e dallo spirito decisamente anticonformista. Alceo sorride: «Enzo, magari dopo un pomeriggio trascorso tra scherzi e trovate a effetto lungo corso Marrucino, si presentava in serata, elegante e comunque dotato di una bella presenza, ad una manifestazione di gala trovandosi perfettamente a proprio agio». Trascinando tutti, come sempre, attraverso la sua carica umana, in un mondo dove è bene prendersi un po’ meno sul serio.
Da alcuni giorni, sulla pagina Facebook Le Cipollate di Enzo è tutta una sequenza di ricordi legati al personaggio. Ricordi di quando, con un tavolino al centro della strada bloccò il traffico proponendo lo spot pubblicitario del Cynar davanti al Caffè Vittoria dove, peraltro, un giorno entrò con la sua utilitaria per ordinare un caffè al banco. Episodi spassosi raccontati dai colleghi di lavoro del mattatoio e di un supermercato, di quando indossò per circa un mese un cappotto di cammello come quello di Alain Delon nel film “Una notte di quiete”, con il giornale Le Figaro sottobraccio e le sigarette Gauloises, oppure di quella volta che provocò una lunga fila di donne agli sportelli di una banca dopo aver sparso la voce che avevano appena assunto il fratello di Michele Placido. Si sorride ancora ed Alceo non ha dubbi: «Ormai qui, purtroppo, sembra di vivere in un “paese per vecchi”. D’altronde lo siamo o lo stiamo diventando.
Al di là degli anni che passano. Il centro storico si è spopolato dopo la chiusura di uffici e caserme e lo spostamento dell’ospedale e dell’università. Comunque l’atmosfera che si respirava tra i portici del Vittoria e quelli del Caffè Colombo in piazza Vico, epicentro di un piccolo mondo, è sicuramente irripetibile. E fu magari proprio l’istituzione della stessa università, nei suoi primi anni di vita in centro, a dilatare lo spirito goliardico di una intera generazione agganciata a quella precedente dove, a qualsiasi età, ci si impegnava per delle giornate intere nell’organizzare scherzi e situazioni incredibili». Da vivere e, soprattutto, da raccontare. Per tirare a far tardi, con ironia dissacratoria e tanta leggerezza trasmessa anche a diversi atleti passati da Chieti nella loro carriera che trovarono in Enzo “Cipolla” un amico sincero e indimenticabile nella sua personalità.

Enzo da ragazzo in sella a una Vespa con la madre Sinetta (foto Andrea Milazzo)

L’idea di lasciare un segno di Enzo in largo Santa Maria è piaciuta a parecchi e Alceo Esposito va avanti nel suo progetto. Per ultimo, un ricordo legato alle sere d’estate di diversi anni fa quando Alceo si cimentò come speaker del palio cittadino di calcetto sul campo della Villa comunale con le sue battute a diventare parte integrante dell’evento. «Oltre mille persone sulle gradinate mentre in campo riemergevano vecchie rivalità tra quartieri. Nomi, soprannomi e tante storie. Che oggi», dice, «temo interessino poco i giovani che non vedono l’ora di scappare via».
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