La Val di Sangro chiede fondi e infrastrutture per essere competitiva 

Appello dalla zona che nell’automotive ha 25mila addetti «Questo distretto industriale va reso più attrattivo»

ATESSA. È nata ufficialmente lunedì sera, al teatro Di Jorio di Atessa, la questione Val di Sangro in Abruzzo. A ragionare sulle problematiche e prospettive di una terra che presenta la più alta concentrazione di industrie automotive della regione e che occupa, solo per il settore metalmeccanico, 25mila addetti, sono stati i 58 sindaci del comitato per le industrie della Val di Sangro, i rappresentanti della Regione, dai capigruppo fino agli assessori Daniele D'Amario e Pietro Quaresimale, e i parlamentari abruzzesi. Tutti uniti in un obiettivo: liberare la vallata del Sangro dalle lacune infrastrutturali che si porta dietro da decenni e renderla appetibile per nuovi insediamenti e competitiva in tutto il contesto europeo.
LA RIUNIONELa questione posta dalle fasce tricolore è che, al di là della Sevel che in questo momento sta vivendo una battuta d'arresto per cause di forza maggiore, ossia il problema mondiale della fornitura di microchip e semiconduttori, la Val di Sangro, con il suo cuore d'acciaio e motori, deve trovarsi pronta alla più grande transizione ecologica di questo millennio. «È stato un incontro importante», ha commentato Giulio Borrelli, sindaco di Atessa, Comune capofila della cordata di primi cittadini, «per la prima volta siamo riusciti a mettere insieme i diversi livelli istituzionali: Comuni, Regione, parlamentari, che hanno indicato e condiviso soluzioni concrete per rendere più attrattivo e competitivo il distretto industriale della Val di Sangro, centro produttivo strategico d’Abruzzo».
I PROBLEMIBanda larga, porti, viabilità, collegamenti veloci, energia, trasporto merci. Sono questi i temi che da sempre l'insediamento produttivo della Val di Sangro ha posto ai vertici regionali e nazionali. Il sindaco di Paglieta, Ernesto Graziani, ipotizza anche la creazione di una "zona franca doganale" per invogliare e calamitare nuovi investimenti. «Il pacchetto Val di Sangro», fa eco il deputato Camillo D'Alessandro, «ha ragione di esistere in funzione delle sue prospettive. Quindi se da un lato le aree 107.3.c prevedono finanziamenti solo per nuovi investimenti, allo stesso tempo non sono previsti fondi per ricerca, sviluppo, implementazione e trasformazione produttiva». «Per la vertenza Sevel», è intervenuto il senatore Luciano D'Alfonso, «occorre facilitare tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento. Strumenti di semplificazione dal punto di vista amministrativo e di copertura dal punto di vista del credito. Serve aprire un ulteriore dialogo con Bruxelles. Ce la possiamo fare se mettiamo insieme tutti i livelli: Comuni, Provincia, Regione, parlamentari dello Stato membro Italia e poi al tavolo di Bruxelles per far valere lo specifico di questo polo».
LA REGIONE«C'è un eccessivo allarmismo su Sevel», è intervenuto l'assessore regionale D'Amario, «ho incontrato i vertici Sevel e anche loro sono preoccupati per questa eccessiva sovraesposizione per problemi che Sevel oggi non ha se paragonata a Pomigliano che lavora solo due giorni a settimana e altri siti. Ma da qui a 4 anni dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti per rendere competitivo il comparto automotive». «Come Regione ci stiamo muovendo», ha aggiunto Quaresimale, «stiamo cercando di mettere in campo politiche per mantenere i livelli occupazionali e puntiamo sulla formazione. Abbiamo investito 21 milioni per il rinnovamento dei Centri per l'impiego per i quali c’è una situazione critica. A livello nazionale ho posto la questione di fare un’altra area di crisi complessa, come quella della Val Vibrata: l'auspicio è che insieme possiamo fare questa battaglia».
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