Lavori in piazza San Giustino: riaffiorano antiche ossa umane 

La scoperta durante la riparazione dei tubi dell’acquedotto. In tre giorni i resti saranno messi al sicuro Ma i reperti fanno slittare ancora la riapertura. L’assessore Rispoli: «Sarà pronta entro fine agosto» 

CHIETI. Tornano a riaffiorare ossa umane dagli scavi di piazza San Giustino, ma questa volta la scoperta è dovuta non agli scavi della Soprintendenza quanto ai lavori dell’Aca sulle tubature sotto la piazza. Dopo il ritrovamento dell’antica sepoltura – dove riposavano i resti di una donna di levatura non comune, tanto che è stata soprannominata principessa Marouca – salta fuori sotto i metri di terreno un’altra sepoltura, questa volta, però, solo parziale, perché distrutta dal passaggio delle vecchie tubature dell’acquedotto.
«Gli ultimi reperti confermano l’esistenza di una necropoli probabilmente di epoca pre-romana», dice la sovrintendente Rosaria Mencarelli, «ora bisogna sistematizzare tutti i dati che abbiamo raccolto. Lo faremo con una pubblicazione e dopo un attento studio, perché non tutto è subito leggibile». Il nuovo ritrovamento, avvenuto in maniera fortuita e non preventivata, ha comunque destato l’interesse dei tecnici della Soprintendenza che hanno chiesto al Comune un nuovo stop dei lavori. Una richiesta che sembra non sia stata troppo ben accolta dalla ditta che sta realizzando le opere, l’azienda edile Costruzioni Giulisa che si è aggiudicata l’appalto da 1.572.945 euro offrendo un ribasso del 28,135%. I lavori sono partiti a settembre del 2020 e avrebbero dovuto essere portati a termine in un anno e mezzo. E invece la scadenza si allunga di mese in mese. «L’ultimo monitoraggio del cantiere», dice l’assessore ai lavori pubblici Stefano Rispoli, «prevede il termine delle opere a fine agosto». Si pensava di poter rilasciare la piazza a inizio maggio, in tempo per la festa del santo patrono. Poi la scadenza è slittata a giugno, poi a luglio, poi a metà agosto e ora a fine agosto. I tempi di dilatazione del cantiere preoccuperebbero la ditta Giulisa, che non li aveva preventivati. A rallentare l’opera pubblica sono stati proprio i reperti archeologici sepolti sotto la pavimentazione. La Soprintendenza ha chiesto più tempo per analizzare quello che riaffiorava dal passato. Prima la bellissima testina di Venere, poi le antiche cisterne, poi il mosaico romano già censito dallo storico Vincenzo Zecca, poi la sepoltura della principessa Marouca e ora questa ultima tomba, rinvenuta quasi per caso e in maniera solo parziale. Il Comune ha dunque dovuto mediare tra l’esigenza di portare a termine il cantiere e quella degli studiosi della Soprintendenza a cui sono stati accordati tre giorni per portare a termine ulteriori ricerche. Tutti i reperti archeologici degni di nota saranno conservati in uno spazio espositivo che sarà allestito al pian terreno di palazzo d’Achille e che non va di pari passo con la ristrutturazione della storica sede del municipio che sembra ancora al palo. I lavori di riqualificazione di piazza San Giustino sono stati avviati allo scadere di mandato dalla precedente amministrazione comunale e rientrano nel progetto più ampio chiamato ‘Riqualific@teate’. Oltre alla riqualificazione della principale piazza cittadina, il progetto prevede anche il raddoppio del parcheggio del Terminal bus, lo smantellamento e la ricostruzione della nuova scala mobile, il potenziamento dei posti auto nella caserma Berardi e la costruzione di una palestra didattica e di un orto botanico nell’area della ex scuola Vicentini, inagibile dal terremoto del 2009. La serie di lavori è stata finanziata dal Programma ministeriale straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, il cosiddetto Decreto periferie, per un valore di 11.172.890 euro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA