Lorena strangolata dentro casa, il giudice: no al nuovo sopralluogo

Il gip respinge l’istanza per eseguire altri rilievi tecnici presentata dalla sorella della vittima, Silvana L’avvocato e i consulenti: «Valuteremo se riproporla subito dopo i risultati delle analisi genetiche»
ORTONA. Non ci sarà, almeno per ora, un nuovo sopralluogo nella casa in cui Lorena Paolini è stata strangolata. Il giudice per le indagini preliminari Maurizio Sacco ha respinto l’istanza presentata dall’avvocato Francesca Di Muzio, difensore di Silvana, la sorella della vittima. Il legale – richiamando l’articolo del codice di procedura penale che consente «di svolgere investigazioni per ricercare e individuare elementi di prova a favore del proprio assistito» – aveva chiesto l’autorizzazione ad accedere nel luogo in cui si è consumato il delitto lo scorso 18 agosto per eseguire rilievi tecnici, anche attraverso foto e video, con l’ausilio della genetista forense Marina Baldi e del criminalista Nicola Caprioli. Ma, secondo il giudice, questi rilievi – così come descritti – al momento non sono da ritenere necessari per accertare le tracce del reato, anche alla luce del tempo trascorso e delle verifiche già eseguite dal pubblico ministero Giuseppe Falasca all’interno dell’abitazione di contrada Casone di Ortona in cui la 53enne è stata trovata senza vita sul divano.
«Comprendiamo la volontà del giudice per le indagini preliminari», dicono l’avvocato Di Muzio, la genetista Baldi e il criminalista Caprioli, «attenderemo i risultati delle prove genetiche per valutare se riproporre l’istanza, in quanto la nostra volontà è di adoperarci in maniera propositiva nell’attività di indagine della procura».
Nell’inchiesta l’unico indagato, con l’accusa di omicidio volontario aggravato, rimane Andrea Cieri, 51 anni, impresario funebre e marito di Lorena. L’uomo, difeso dall’avvocato Maddalena De Gregorio, ha respinto con forza gli addebiti nel corso di due interrogatori davanti al pubblico ministero e ai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Ortona. Saranno decisivi per il prosieguo delle indagini gli esiti dell’autopsia eseguita dal medico legale Cristian D’Ovidio: la relazione finale sarà consegnata tra circa un mese.
Elementi utili potrebbero emergere anche dai risultati delle analisi genetiche disposte dal pubblico ministero sul materiale trovato sotto le unghie di Lorena. L’obiettivo è scoprire se la donna abbia avuto il tempo di difendersi mentre l’assassino le stringeva qualcosa intorno al collo, probabilmente un guinzaglio del cane, fino a interromperle per sempre il respiro. L’esame, dunque, è finalizzato a individuare il Dna eventualmente presente.
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