D’Alessando: i soldi ci sono. Febbo: non c’è copertura e se non è vero mi dimetto subito

Marrucino, duello sui fondi

Pd: emendamento da 1 milione in Consiglio regionale

CHIETI. Il Pd lancia al centrodestra una «sfida politica e istituzionale» per il futuro del Teatro Marrucino: votare martedì in Consiglio regionale, l’ultimo prima del voto, un emendamento al bilancio per finanziare con 1 milione di euro le attività del Teatro lirico regionale, dal 2009 senza fondi dalla Regione. La sfida è stata già raccolta ma la risposta è stata un secco “non possumus”.

Secondo l’emendamento studiato dal Pd, presentato ieri dal capogruppo del Pd in Regione Camillo D’Alessandro, dal consigliere Franco Caramanico e dal senatore Giovanni Legnini, ci sono quattro capitoli di bilancio che ha spiegato D’Alesandro, «secondo i tecnici della Regione possono essere trasferiti per rifinanziare la legge per il Marrucino da altri capitoli della cultura (il cosiddetto capitoletto sul quale i componenti della giunta hanno discrezionalità per le assegnazioni)». I capitoli dai quali pescare fondi sono, secondo il Pd, i 250 mila euro stanziati per le manifestazioni culturali (legge 43/73), i 100mila euro della promozione culturale (legge 56/93), i 325 mila euro della legge per le attività musicali (legge 15/2000) e i 325 mila euro della legge 5/99 che finanzia gli interventi per il teatro di prosa.

«E’ solo questione di volontà politica», ha spiegato D’Alessandro «e noi martedì per il voto chiederemo l’appello nominale».
«Infatti», ha aggiunto Caramanico, «i soldi non c’erano neanche nel 2008, ultimo anno in cui la legge è stata finanziata, perché dal 2007 sull’Abruzzo incombe il piano di rientro della sanità, ma in quel caso fu fatta una scelta precisa».

Ed è la Regione a dover scegliere, perché, ha spiegato Legnini, «il finanziamento del Marrucino non è un problema della città ma della Regione in base alla legge del 2001 della giunta Pace, la legge 40, che apprezzammo. Dal 2001 al 2008 la somma è stata iscritta tutti gli anni in bilancio. Nel 2009 e 2010 il capitolo della legge 40 porta la cifra “zero”». Secondo Legnini le obiezioni della Regione (mancanza di rendiconti, assenza dell’istituzione da finanziare) sono «cavilli la legulei ormai superati» perché «da dicembre il rendiconto c’è e ormai la gestione diretta del Teatro è passata al Comune».

Sanata, secondo il senatore Pd, anche la situazione debitoria, anche se alcuni pagamenti sono ancora in corso: «Il sindaco Ricci ha sanato tutti i debiti, quelli vecchi e quelli nuovi: 3 milioni e mezzo dai quali sono avanzati 83 mila euro». Quanto alla fondazione «da dicembre siamo in condizioni di farla, come ha scritto lo stesso Ricci in una lettera a Regione e Provincia. Ma la risposta è stata il silenzio».

Il no del centrodestra a «un disegno infantile, a una boutade elettorale» è arrivato a stretto giro di conferenza stampa dal senatore Fabrizio Di Stefano, dall’assessore regionale Mauro Febbo e dal candidato sindaco Umberto Di Primio.
Secondo Febbo «non c’è copertura finanziaria per l’emendamento e sfido il Pd a provarlo: se hanno ragione loro mi dimetto, ma se ho ragione io si deve dimettere D’Alessandro». Per Febbo ci sono solo i 100mila euro della legge sulle promozioni culturali, mentre la legge 43 è stata «prenotata» e gli altri due capitoli «sono vuoti».

In serata, rispondendo alle obiezioni di Febbo, D’Alessando ha precisato che «dai riscontri effettuati i fondi relativi alla legge 43 e alla legge 56 che ammontano a 850 mila euro non sono impegnati, quindi sono utilizzabili. Il problema ci potrebbe essere per gli ulteriori 150 mila euro ai quali rinuncerei volentieri se approvassero almeno gli altri 850.000. E comunque potremmo trovare facilmente ulteriori fondi, per esempio tagliando le spese per le consulenze e così arrotonderemmo facilmente per arrivare alla cifra necessaria».

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