casoli: struggente lettera al conduttore scomparso 

Mingroni a Frizzi: sarei morto al posto tuo

CASOLI. «Carissimo Fabrizio, avrei voluto davvero morire io al tuo posto». Inizia così la lettera aperta che Severino Mingroni rivolge alla memoria di Fabrizio Frizzi, il noto conduttore televisivo...

CASOLI. «Carissimo Fabrizio, avrei voluto davvero morire io al tuo posto». Inizia così la lettera aperta che Severino Mingroni rivolge alla memoria di Fabrizio Frizzi, il noto conduttore televisivo scomparso lunedì a 60 anni. Severino è affetto da sindrome di locked-in (Lis) dal 1995 e comunica solo grazie a un computer connesso ad internet e con il movimento della testa. È un guerriero racchiuso nel bozzolo del suo corpo. Ha una paralisi totale della muscolatura dei quattro arti (quadriplegia) e un’anartria (incapacità d’esprimersi verbalmente). Una paralisi di gran parte dei nervi cranici, ma uno stato di coscienza conservato: vede, ascolta, prova emozioni, ricorda, ma non può muoversi né parlare. «Nell’ultimo anno mi sono parecchio affezionato a Frizzi: una mia zia defunta diceva pure che le mie foto quando ero normale fisicamente le ricordavano proprio lui. E poi Fabrizio era del ’58 ed io del ’59», scrive Severino con un puntatore, lo headmouse che permette pure di guardare la tv al computer, «al di là della somiglianza, quando ho saputo che il mio quasi coetaneo era morto, sono diventato ancora più depresso. Infatti, ormai questa vita infernale non la sopporto più e prego sempre Dio di morire subito. Quindi mi sono chiesto: perché non sono morto io al suo posto?». La popolarità e la bontà di Fabrizio Frizzi era anche questo. (m.d.n.)