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Mirò, altro no della Regione «Ora abbattete le costruzioni»

CHIETI. Dal Comitato per la valutazione d’impatto ambientale (Via) della Regione arriva un altro stop per Mirò, il nuovo parco commerciale al confine con Megalò. Nella riunione di venerdì scorso il...

CHIETI. Dal Comitato per la valutazione d’impatto ambientale (Via) della Regione arriva un altro stop per Mirò, il nuovo parco commerciale al confine con Megalò. Nella riunione di venerdì scorso il Via ribadisce che l’intervento della società bergamasca Sile non può essere completato perché le autorizzazioni sono ormai scadute. Ed è quanto il dirigente del servizio di valutazioni ambientali ha ribadito ieri nella nuova conferenza dei servizi a Cepagatti. Esulta l’assessore regionale alle attività produttive Mauro Febbo che ricorda come già nel 2017, insieme a Lorenzo Sospiri, si era dato da fare «al fine di attivare ogni utile iniziativa volta a interrompere ogni attività da parte della società costruttrice». L’importante adesso, dice l’assessore regionale, è che venga ripristinato lo stato dei luoghi, abbattendo, «in tempi strettissimi», le costruzioni già realizzate. Quanto alle vicende giudiziarie ancora in corso, intervengono le associazioni ambientaliste e di categoria che hanno condotto la battaglia contro la cementificazione assistite dall’avvocato Francesco Paolo Febbo. Wwf, Confcommercio, Confesercenti e Cna ricordano che pende un giudizio davanti al Consiglio di Stato (udienza fissata per il 2 aprile) per il quale la Sile ha rinunciato anche alla sospensiva. La Sile ha proposto anche un altro ricorso al Tar contro i pareri negativi del Comitato Via, l’udienza di merito non è stata ancora fissata, mentre la sospensiva è stata negata.
Nel frattempo il Suap (lo Sportello unico delle attività produttive) Chietino Ortonese, con un documento a firma del sindaco Umberto Di Primio, è sceso in campo intervenendo nei due procedimenti giudiziari in corso, schierandosi accanto alla Sile. Ma anche le associazioni commerciali e ambientaliste hanno in serbo «nuovi passi, anche giudiziari», come assicura l’avvocato Febbo, «a tutela della natura e della collettività». (a.i.)