Morte nel cantiere, caso archiviato

17 Settembre 2013

Prosciolti i quattro indagati per concorso in omicidio colposo

VASTO. Si era accasciato al suolo senza un lamento a pochi metri dalla betoniera. I soccorsi disperati dei colleghi non riuscirono la mattina del 30 ottobre 2012 a salvare Gentio Dimov Sarafov, 62 anni, bulgaro, guardiano del cantiere edile della società Gli Oleandri, in contrada San Tommaso, a Vasto marina. Per quella morte vennero raggiunte da un avviso di garanzia quattro persone. L’ipotesi di reato era omicidio colposo in concorso.

A distanza di un anno il caso è stato archiviato. Le indagini hanno stabilito che nè il responsabile dell’impresa, M.B., nè il direttore dei lavori, M.C., e gli esecutori, A.U.M. e M.G., furono responsabili della tragedia. I quattro indagati, assistiti dall’avvocato Arnaldo Tascione, non avrebbero potuto prevedere o evitare il malessere letale che quel giorno colpì Sarafov. Il Gip Anna Rosa Capuozzo in base alle indagini condotte dai carabinieri ha stabilito che il decesso non poteva in alcun modo essere ascrivibile agli indagati e ha archiviato il caso.

Gentio Dimov Saratov quando si sentì male era al centro del cantiere vicino a una betoniera. Sul suo corpo non vennero trovati segni di bruciature provocate da scariche elettriche, nè ematomi causati da una caduta accidentale. L’esame medico legale confermò che il custode morì a causa di un infarto.

Proprio qualche giorno prima della morte i responsabili del cantiere vedendo il dipendente affaticato gli avevano affidato la sorveglianza. Una mansione non particolarmente pesante. Il cuore dell’uomo ha deciso comunque di fermarsi.

«In cantiere a distanza di un anno sono ancora addolorati per la sua morte. Sarafov viene descritto come un uomo generoso. Gli volevano tutti bene», dice l’avvocato Tascione. (p.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA