Il prefetto di Chieti Giacomo Barbato

VASTO

No al concerto, il prefetto a Jovanotti: "Se lui sa del rischio, dica no per primo" / VIDEO

"La responsabilità è di chi organizza non del cantante". "Abbiamo chiesto un piano da marzo 2018, siamo riusciti ad averlo uno che non ha alcuna rispondenza con i luoghi solo il 27 giugno. I biglietti già venduti? Se li hanno venduti prima delle autorizzazioni il rischio d'impresa è tutto a carico loro"

CHIETI. «Da prefetto a Jovanotti non posso dire nulla, da fan però gli chiedo: ma lui lo sa dove la sua organizzazione ha individuato, e in quale data, la sede del suo concerto a Vasto?»: si rivolge così al cantante il prefetto di Chieti, Giacomo Barbato, dopo aver presieduto la riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica dalla quale è emerso che non ci sono le condizioni per lo svolgimento del "Jova beach party" il 17 agosto a Vasto dove sarebbero attesi in 40mila. «Secondo me non lo sa - continua Barbato- perché io sono convinto che, se Jovanotti e il suo manager, quelli più vicini a lui, l'avessero saputo, avrebbero detto "dobbiamo farlo in un luogo idoneo". Perché Jovanotti è il primo ad avere amore dei suoi fan e se c'è un minimo di rischio per i suoi fan, è lui che deve dire che il concerto non lo fa». Da fan di Lorenzo qual è, Giacomo Barbato descrive Jovanotti come «un personaggio internazionale che va ben al di là dell'essere semplicemente un cantante, che si inventa una cosa importante per sensibilizzare i nostri ragazzi e quelli più grandi in termini ambientali e lo fa in questa maniera e va benissimo, perciò sceglie la spiaggia». Ma in questo caso, evidentemente, alcuni aspetti logistici forse sono stati sottovalutati.

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No a Jovanotti a Vasto, il prefetto: ma si può chiedere di chiudere la Statale il 17 agosto?
L'intervista da parte della collega Antonella Micolitti (Rete8) sullo stop al Jova beach party

«Del concerto di Vasto ci siamo occupati fin da marzo 2018, quando il sindaco, con il rappresentante dell'organizzazione, è venuto a presentarmi l'evento», entra nel merito il prefetto, «e da subito ho raccomandato che il bene più importante fosse la tutela dell'incolumità delle persone e della sicurezza pubblica . Dissi: "Vi pregherei di metterci in condizione di validare e verificare il piano che necessariamente dovete predisporre"». «Siamo riusciti ad avere un piano che non ha assolutamente rispondenza con i luoghi - aggiunge Barbato - solo nell'imminenza del Comitato ordine e sicurezza pubblica che abbiamo fatto il 27 giugno».

Quanto agli aspetti economici, prosegue il prefetto , «parliamo di un giro d'affari di oltre 3 milioni di euro, ma riguardano l'organizzazione, tanto più che ho fatto mettere a verbale più volte qual è il bene primario da tutelare. Se questi signori vendono i biglietti prima di avere tutte le autorizzazioni, addirittura prima di presentare un piano degno di questo nome, il rischio di impresa è tutto a carico loro».

«Alla riunione del Comitato del 27 giugno - ricorda Barbato - è susseguita la riunione tecnica in questura: in quell'occasione ci si sarebbe aspettati una rispondenza rispetto alle criticità già evidenziate in Comitato, che non è la sede per l'approfondimento tecnico, considerata la manifestazione e considerato che il ministero ha fatto una circolare specifica per l'evento in tutta Italia, vista l'importanza dell'evento e la forza attrattiva di Jovanotti: ebbene, si sono presentati in questura senza il piano che poi al termine della riunione hanno presentato, ma che praticamente era uguale al primo». «C'è un verbale della riunione tecnica che mette in evidenza una serie di cose, mi è stato trasmesso dal questore e ho convocato immediatamente questo Comitato. E ogni rappresentante delle forze dell'ordine - conclude il prefetto - ha pronunciato parere negativo».