Palloncini, striscioni e magliette per l’ultimo saluto ad Alessandro Tocco

Folla nella chiesa di San Pio X ai funerali di “Topolino”, così lo chiamavano affettuosamente gli amici. Al termine della messa 5 minuti di botti, poi un lungo applauso
CHIETI. Le magliette bianche con la sua immagine sul davanti e la scritta “Ciao Topolino”. La stessa scritta che campeggiava a caratteri cubitali sullo striscione steso davanti all’entrata della chiesa di San Pio X a Chieti Scalo. È l’ultimo saluto che in tanti hanno voluto riservare ad Alessandro Tocco, il 29enne di San Giovanni Teatino morto a causa di un malore, lo scorso 19 maggio a Ibiza, in Spagna, dove si era trasferito per lavoro.
Ieri sera nella chiesa scalina il parroco don Mauro Palmieri ha officiato il rito funebre davanti alla ceneri del ragazzo, affettuosamente chiamato “Topolino”, il cui corpo è stato cremato per favorirne il rientro dalla Spagna. La chiesa era gremita. In molti sono rimasti fuori ad affollare il sagrato. Tante le magliette con la sua fotografia, la indossavano anche il papà Alessandro, la mamma Paola Peca e la sorella Aurora. Le ceneri di Alessandro sono state sistemate su un piccolo altarino coperto dei fiori, allestito al centro della chiesa.
Quando la messa è terminata, la folla è rimasta davanti alla chiesa ad attendere i familiari, che pure tutti avevano già salutato in chiesa. I familiari sono usciti stringendo tra le braccia la piccola urna cineraria e una foto di Alessandro. Quando hanno visto i tanti che li attendevano, hanno alzato al cielo sia l’urna che la foto. In quel momento è partito un lungo applauso, scandito da circa cinque minuti di botti che qualcuno ha organizzato per salutare Alessandro. Fuochi d’artificio che hanno dato voce, con il loro frastuono, al momento di straziante dolore. Terminati i botti, un fascio di palloncini bianchi è stato liberato nel cielo e, nel silenzio calato davanti alla chiesa, una voce di donna ha urlato ancora una volta “Ciao Topolino". Ed è ripartito l’applauso.
Poi la folla si è stretta intorno ai familiari per abbracciarli un’ultima volta. Tra la gente c’era anche il sindaco di San Giovanni Teatino Giorgio Di Clemente. Era stato proprio lui, all'indomani della tragedia, a ricordare come Alessandro «aveva deciso di lasciare la sua terra per costruirsi un futuro all’estero. Aveva scelto di guardare lontano, di inseguire i propri sogni». Il 29enne si era infatti trasferito nell'isola spagnola per motivi di lavoro.
Faceva il cuoco e nell'isola del divertimento non avrebbe faticato a trovare un impiego. E infatti così è stato. La notte in cui si è sentito male si trovava con un amico anche lui italiano in una delle più celebri discoteche dell’isola, l’Amnesia. Alle prime luci dell'alba, verso le 6 del mattino, si è improvvisamente accasciato a terra. È stato soccorso a lungo con manovre salvavita nell’infermeria della discoteca, ma non c’è stato nulla da fare.
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