Ragazzo in coma. Il fratello: noi speriamo 

Lanciano, Giuseppe è stata aggredito all’ex stazione. Daniele: forse avrà problemi permanenti

LANCIANO. «I medici sono realisti, il danno è stato molto grave ed è permanente». A parlare è Daniele, il fratello di Giuseppe Pio D’Astolfo, il 18enne aggredito dieci giorni fa nell’area dell’ex stazione ferroviaria. Operato alla testa per una frattura al cranio e un grave ematoma, il giovane è tuttora ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Pescara. I medici hanno accertato un danno gravissimo provocato dal pugno violento, sferrato da un tredicenne di etnia rom che ha confessato il gesto. Ieri, dopo giorni di rinvii, è stato fatto un primo tentativo per allentare la sedazione e Giuseppe, a quanto si apprende, non ha risposto in modo negativo. Uno spiraglio di luce per la famiglia D’Astolfo, che vive aggrappata alla speranza. Certo, però, il percorso che attende Giuseppe e i suoi familiari si annuncia lungo e difficile. «L’ematoma ha fatto sì che il cervello comprimesse un’arteria importante», ha spiegato al programma di RaiUno la “Vita in diretta” il fratello Daniele, tornato nei giorni scorsi dalla Spagna per stare accanto a Giuseppe, «l’arteria cerebrale posteriore, che ha creato una zona ischemica, nella quale non è arrivato ossigeno per un tempo fatale. C’è una piccola parte del cervello – mi piacerebbe fosse molto piccola ma non è così – dove probabilmente non recupererà le funzioni al 100 per cento. I medici non sanno se si risveglierà, ma essendo giovane qualche piccola possibilità c’è». Giuseppe è giovane ed è vivo, e questo è un punto fondamentale. Come dice anche mamma Paola: «Non piango più perché mio figlio è vivo, ma voglio che Giuseppe torni tra noi, ha tante cose ancora da fare insieme a me e al papà». Procura e carabinieri hanno cristallizzato le responsabilità dell’aggressione per la quale sono indagati il tredicenne ed altri quattro, due minorenni, un 18enne e un 30enne. Ora si attendono i provvedimenti della magistratura. (s.so.)