<strong>Verso le elezioni a Chieti. </strong>Scende in campo il terzo aspirante sindaco, lo appoggiano due liste

«Sarò il candidato ultrà»

Angeloni: cittadini disperati, troppe le false promesse

CHIETI. «La gente è stanca di personaggi che hanno come unico scopo quello di accaparrarsi il potere e speculare sulla pelle della città. Nelle mie liste ci sono professionisti, giovani, personaggi con un passato a sinistra e altri con uno a destra». L’ingegnere chimico Giustino Angeloni, ex presidente della «Chieti Calcio», ex uomo di destra «quella vera», ma anche amico del sindaco Pd, Ricci.
Ha 61 anni ed una verve giovanile e contagiosa. Si definisce teatino doc. «Sono nato alla Civitella», racconta Angeloni.
Ieri mattina al Gran Caffè Vittoria ha spiegato perchè scenderà in campo, il terzo candidato sindaco, ponendosi tra Francesco Ricci del centrosinistra, e Umberto Di Primio del centrodestra.

Due le liste civiche sosterranno Angeloni alle urne: «Theate Nova», caratterizzata dal simbolo del campanile di San Giustino e dalla torre della Colonnetta a suggellare l’unione indissolubile tra le due anime della città, e «La Teatinità», contraddistinta dall’elmo di Achille. Chiara la volontà di riscoprire un «sano campanilismo» tra i cittadini di Chieti. Angeloni, sciarpa a bande neroverdi al collo e occhi lucidi durante il suo breve ma intenso comizio gremito da simpatizzanti e curiosi, ha ribadito la sua distanza dalle tradizionali logiche di partito.

La sua priorità è per i chietini rimasti indietro e che oggi vivono di stenti.
«Il grande problema della città è l’aumento della povertà», dice, «Chieti non ha mai avuto 550 persone che possono avere un pasto solo rivolgendosi alle mense della Cartitas. E poi», conteggia Angeloni, «si sono 17 mila famiglie di queste 190 sono assistite dalla Caritas. Tutto questo non è mai accaduto prima. Il reddito pro capite è crollato, l’occupazione è crollata. Ora servono aiuti veri ai poveri, un piano sociale che ridia speranza a chi la sta perdendo».

Giustino Angeloni perde il tono bonario quando deve fustigare gli errori della classe politica, di destra e di sinistra. «La mia campagna elettorale non sarà fatta di sensazioni o sentimentalismi, ma di numeri, fatti e conti», promette Angeloni, «non voglio i Libri dei sogni. Se poi il Comune ha un bilancio di 90 milioni di cui 87 impegnati in pagamenti, mutui e interessi, chi promette che farà grandi cose dice favole».

Come ingegnere Giustino Angeloni ha un pallino, quello dell’industria, «Ci vuole l’industria manufatturiera per creare lavoro non le chiacchiere che sento, del tipo investiamo sulle beauty farm e i villaggi tipo Gardaland allo Scalo, dove tra l’altro sappiamo che c’è un fiume carico di veleni». La sua idea è un’altra.

«La illustrerò presto in modo dettagliato. Si tratta del progetto “Raggi e vantaggi” che prevede l’istallazione nella Val Pescara di una delle più grandi centrali di generazione elettrica con pannelli solari. Un progetto che potrà dare lavoro a 800 persone». Per il presente l’ingegnere vede una Chieti ridotta a «un semplice punto geografico e per questo serve un impegno concreto che tenga conto delle nostre tradizioni». Sul piano delle maledicenze, Angeloni ci tiene a stroncarne una. Quella che alcuni esponenti del centrodestra vociferano, ossia di aver lavorato per giunta Ricci.

«Ho svolto, per amore della mia città, solo il lavoro che mi ha portato in giro per il mondo. Abbiamo dato a Chieti», sottolinea Angeloni, «una certificazione ambientale di qualità». Nessun volo pindarico sul possibile esito delle urne. «Vogliamo portare una squadra di teatini in consiglio», spera Angeloni che poi si lascia andare ad un paragone calcistico. «Noi siamo ultrà di Chieti e basta».