Gabriella D'Orazio (Bar Vittoria)

CHIETI

Stangata caffè, costa un euro e 20. I baristi: l’aumento è necessario 

Salgono i prezzi di materie prime e trasporti. E al bancone spuntano i cartelli: «Non possiamo evitare»

CHIETI. Ristretto, lungo, con panna o zuccherato, il caffè ora rischia di diventare anche più salato. Da quando il costo a monte del chicco di caffè è nettamente salito, ai bar resta poco da fare. E così anche una delle abitudini più amate dagli italiani non si salva dalla mannaia dei rincari che imperversa in vari settori. Anche in città, a macchia di leopardo, sale il costo del caffè al bar, portandosi dietro anche quello di cornetto, cappuccino, succo di frutta e via dicendo: insomma, l’intera colazione.

Sono mesi che i prezzi delle materie prime sono saliti, ma ora scattano anche il caro-carburante e il caro-energia e le attività commerciali saranno costrette, prima o poi, ad adeguarsi. Se da anni si era abituati al costo del caffè a un euro a tazzina, da un po’ di tempo già in molti bar cittadini si è arrivati a un euro e 20 centesimi. Qualcuno, come il gestore del caffè Indrit 71 in piazza Matteotti a Piano Sant’Angelo, ha deciso per una via di mezzo, facendo salire il costo della tazzina solo di 10 centesimi.

Qualche altro locale, come il bar Piazzetta Teatro in via Arniense, ha deciso di spiegare ai clienti di essere stati costretti a fare gli aumenti con un messaggio scritto sul bancone del bar: «Visti i significativi aumenti dei prezzi delle materie prime e dei servizi essenziali allo svolgimento delle nostre attività quotidiane, ci sarà necessariamente l’adeguamento prezzi di listino vendita al pubblico».

«C’è da dire che il costo del caffè non saliva da oltre un decennio, perciò l’aumento dopo tanto tempo è stato netto», dice Gabriella D’Orazio, gestore del bar Vittoria in corso Marrucino, che ha lasciato ancora il costo invariato a un euro, ma sa già che in futuro sarà costretta ad alzare il prezzo. La scelta di resistere il più possibile è dovuta al fatto che il caffè al bar è un «prodotto trainante», dice D’Orazio, vero e proprio must delle canoniche quattro chiacchiere al bar. Al bar Venezia di via Arniense, il gestore Ivano Robuffo spiega che, a fronte della ventata di rincari, non si può evitare un effetto “caro-colazione”: «Purtroppo siamo obbligati», dice, «o ti adegui o chiudi. Stiamo già combattendo l’emergenza pandemica, in giro che poca gente, poca voglia di andare al bar. E circolano anche pochi soldi».

A Chieti Scalo la situazione è la stessa. Al bar Cigno, in piazzale Marconi, il caffè viene servito a 1 e 20 centesimi con la consueta cortesia e professionalità dei baristi del popolare bar del centro scalino. Allo Scalo 24 e al Fuori Corso, entrambi sulla Colonnetta, il costo è rimasto ancora fermo a un euro: «Noi teniamo ancora duro», dice Mattia Cesario, barista dello Scalo 24, «è comunque molto difficile far fronte a tutti gli aumenti»; stesso discorso per il Fuori Corso lounge bar: «Stiamo evitando per ora l’aumento del costo del caffè», dice il responsabile Marco Nicolò, «cercheremo di attendere il più possibile, ma sappiamo che è solo una questione di tempo. Saremo anche noi costretti a fare gli aumenti. Purtroppo c’è stato anche un grosso calo delle presenze, siamo ancora alle prese con l’emergenza pandemica e il momento è molto delicato».

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