Il recital a treglio 

Dalì e Garcia Lorca, storia di un rapporto epistolare

TREGLIO. Claudio Finelli e Mario Gelardi leggono la corrispondenza tra Salvador Dalì e Garcia Lorca mescolando poesia, pittura, amicizia, sentimenti che sfiorano l’amore, in un rincorrersi di parole...

TREGLIO. Claudio Finelli e Mario Gelardi leggono la corrispondenza tra Salvador Dalì e Garcia Lorca mescolando poesia, pittura, amicizia, sentimenti che sfiorano l’amore, in un rincorrersi di parole e disegni.
La stagione di Teatro Contemporaneo del Teatro del Sangro/Teatro Studio prosegue stasera alle 21 al Teatro Studio a Treglio con “La rosa del mio giardino”. Scritto da Claudio Finelli, interpretato da Simone Borrelli e Alessandro Palladino, per la regia di Mario Gelardi, musiche eseguite dal vivo al violoncello da Arcangelo Michele Caso. Gelardi e Finelli, partendo dalle lettere ritrovate, indirizzate da Dalí a García Lorca, hanno immaginato le risposte del poeta all’amico pittore. In scena 9 anni di lettere reali e immaginarie. È il 1923 quando alla Residencia de Estudiantes, famoso collegio a Madrid per rampolli dell’alta borghesia spagnola, arriva un giovane impacciato dall’aria trasognata e l’aspetto singolare. Ha 18 anni e fa il pittore. Il suo nome è Salvador Dalí. Il giovane attira l’attenzione di un poeta poco più grande di lui: Federico Garcia Lorca. Tra i due nasce un’amicizia fatta soprattutto di intesa intellettuale, ma è difficile dare un nome al tipo di rapporto. Di fatto, non si hanno prove di una relazione romantica tra loro. Lorca scrisse la celebre “Ode a Salvador Dalí”, dove è chiaro l’affetto per l’amico: lo definisce «rosa del giardino». Lasciata la scuola inizia tra i due un epistolario durato fino alla fucilazione del poeta. Della fitta corrispondenza sono sopravvissute 40 lettere scritte dal pittore a Lorca e solo 7 di Lorca a Dalì.