“Hammamet”: gli ultimi giorni di Craxi privato 

Il film di Amelio con un irriconoscibile Favino e arriva Piccole donne venato di femminismo 

Mentre Checco Zalone e il suo “Tolo Tolo” infrangono ogni record al botteghino arriva oggi in sala un altro atteso titolo italiano, Hammamet del maestro Gianni Amelio, sugli ultimi sei mesi di vita del leader socialista Bettino Craxi, in risentito autoesilio nella località tunisina. L’irriconoscibile Pierfrancesco Favino interpreta l’ex presidente del Consiglio, somigliandogli moltissimo grazie a un elaborato trucco e all’uso mimetico della voce.
Il film esce in coincidenza col ventennale della morte del controverso statista, avvenuta il 19 gennaio 2000, ma Amelio ha dichiarato di pensare da tempo al racconto della caduta di Craxi, per farne una parabola universale della caduta di un potente. Il film segue gli ultimi momenti del leader socialista, figura di spicco della Prima Repubblica, da Pasqua 1999 a gennaio 2000. Bettino Craxi, malato e in disgrazia dopo l’inchiesta Mani Pulite, ha lasciato l’Italia e si è arroccato nella sua villa tunisina di Hammamet, da dove risuona la sua difesa rabbiosa. Ha già subito due condanne e ha altri procedimenti in corso, ma si rifiuta di tornare in Italia ad affrontare processi che ritiene persecutori. Articolato, tra vero e immaginato, attraverso personaggi reali e di fantasia, “Hammamet” è un racconto soprattutto privato, imperniato sul confronto coi familiari, la figlia (che qui si chiama Anita, interpretata da Livia Rossi), che lotta per lui, e alcune figure emblematiche, come l’alto dirigente di un altro partito (Renato Carpentieri) e il misterioso Fausto (Luca Filippi), che s'introduce in casa Craxi e sembra volerne scardinare gli equlibri.
Davanti alla sua telecamera l’ex premier si racconta più apertamente, con l’inquadratura che si stringe dal formato canonico al 4:3. Nel cast Claudia Gerini (l’amante), Omero Antonutti (il padre) all’ultima interpretazione, Silvia Cohen (la moglie), Alberto Paradossi (il figlio), Giuseppe Cederna (Balzamo).
Altro titolo attesissimo è la nuova trasposizione del grande classico letterario per generazioni di ragazze Piccole donne, con le sorelle March, Meg, Jo, Beth e Amy e i loro sogni, sullo sfondo della Guerra Civile americana. Greta Gerwig ha preso in mano il celeberrimo romanzo di formazione pubblicato nel 1868 da Louisa May Alcott, all’epoca 36enne (stessa età della regista), firmando un nuovo adattamento dopo le celebri versioni di George Cukor (1933) con Katharine Hepburn nei panni della maschiaccia Jo, di Mervyn LeRoy (1949) con Liz Taylor capricciosa Amy, e di Gillian Armstrong (1994, Winona Ryder era Jo), oltre a una versione muta del 1917 e altre sonore.
È venata di femminismo e autobiografismo la lettura di Gerwig, che ovviamente s'identifica con la più ribelle delle March, Jo, destinata a scrivere, nella quale si riverberava la stessa Alcott. Jo è affidata a Saoirse Ronan, Emma Watson è Meg, la maggiore, Eliza Scanlen interpreta la sfortunata Beth dalla salute cagionevole, e Florence Pugh è Amy, l’artista di casa. Nel sontuoso cast Laura Dern è mamma March, abolizionista e suffragista, Meryl Streep la ricca zia March, Bob Odenkirk l’idealista e squattrinato Mr. March, partito per la guerra, Timothée Chalamet è Laurie, nipote del ricco vicino di casa, Louis Garrel il professor Bhaer.
Film per famiglie l'ecologista Sulle ali dell'avventura di Nicolas Vanier (Belle e Sébastien), sulla storia vera di Christian Moullec (Jean-Paul Rouve), una vita in Camargue ad addestrare oche selvatiche orfane, volando accanto a loro in deltaplano. Il figlio adolescente Thomas (Louis Vasquez), videogiochi e comoda vita in città, non è entusiasta all'idea di una vacanza con suo padre in mezzo alla natura. Ma i due legheranno grazie a un progetto spericolato: salvare una specie in pericolo, guidando gli ultimi esemplari in volo fino in Norvegia.
Dalla Russia il drammatico La ragazza d’autunno, opera seconda di Kantemir Balagov dopo “Tesnota”. A Leningrado nel 1945, alla fine dell’assedio che ha devastato la città e le persone, le giovani Iya e Masha (Viktoria Miroshnichenko e Vasilisa Perelygina), diversissime per aspetto e temperamento, cercano una speranza per poter ricostruire le loro vite.
Nell’action City of Crime di Brian Kirk il detective Andre Davis (Chadwick Boseman) si lancia in una caccia all'uomo dopo che la morte di otto poliziotti e il furto di 50 chili di cocaina hanno svelato una grossa cospirazione. Per evitare che i colpevoli scappino dall’isola di Manhattan, vengono chiusi tutti i suoi ponti (“21 Bridges” il titolo originale).
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