Giovane di Pratola Peligna ucciso da una gang in Venezuela

23 Febbraio 2016

Dino Rubens Tomassilli, 25 anni, vittima dell’agguato di una banda che voleva rubargli il taxi. Vana la corsa in ospedale

PRATOLA PELIGNA. Lo hanno ucciso mentre si recava al lavoro forse per rubargli il suo taxi. Un omicidio efferato che ha scosso l’intera comunità di Pratola Peligna dove tanti conoscevano Dino Rubens Tomassilli. Il 25enne, la cui famiglia è originaria del centro peligno, era tornato da qualche mese in Venezuela per cercare lavoro. Forse una banda organizzata lo ha atteso lungo una strada della città di Maracay a circa un centinaio di chilometri da Caracas, capitale dello stato sudamericano. Due banditi lo hanno minacciato intimandogli di lasciare il veicolo, una Chevrolet Spark di colore blu, con cui il 25enne aveva iniziato a lavorare come tassista. Una richiesta perentoria portata avanti anche con la minaccia delle armi. Momenti di paura per il giovane che ha tentato di reagire e fuggire a bordo della sua auto, indispensabile per continuare a lavorare. Una mossa che ha fatto scattare la reazione dei malviventi, i quali lo hanno trascinato fuori dall’abitacolo e ferito gravemente con un colpo di pistola alla testa, lasciandolo sulla strada. Il ragazzo è stato soccorso e trasportato in un ospedale militare della zona, dove i medici hanno cercato di salvarlo, ma le sue condizioni, apparse subito disperate, sono precipitate da lì a qualche ora.

I malviventi sono fuggiti a bordo di una motocicletta utilizzata per affiancare il giovane e hanno lasciato il taxi sulla strada senza rubarlo. Per questo si teme che l’omicidio possa essere nato anche a causa dei risentimenti nutriti da una gang locale nei confronti del giovane italo-venezuelano. Lo stesso gruppo di malviventi che avrebbe spinto Dino Rubens Tomassilli a lasciare il Venezuela per trasferirsi a Pratola Peligna dove parte della sua famiglia è originaria.

Poi, la mancanza di lavoro nella Valle Peligna e la decisione di rientrare nella cittadina dello stato sudamericano, dove aveva cominciato a fare il tassista. Un modo per guadagnare dei soldi con cui il giovane avrebbe ripreso a studiare. Un sogno nato dopo l’esperienza in Italia dove, probabilmente, Tomassilli, aveva cercato un lavoro contando anche sulla rete dei tanti italo-venezuelani presenti nella Valle Peligna. Lavoro che non è arrivato a causa della crisi attraversata dal territorio in questi anni. La decisione di tornare in Venezuela e riprendere gli studi è stata presa qualche mese prima. Poi la tragica fine, arrivata per mano di quei banditi sulle cui tracce, ora, ci sono gli agenti della polizia dello Stato sudamericano. Un Paese attraversato da una crisi politica, di valori ed economica che può sfociare in uno scontro sociale.

Federico Cifani

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