Greggi e pastori dall'Aquila a Foggiaper difendere il Tracturo magno

6 Ottobre 2011

Per secoli è stato il punto di incontro tra gli abitanti degli appennini e quelli della costa adriatica.
Il sentiero storico della transumanza è stato luogo di scambi economici e culturali. Ora rischia di scomparire a causa dell'uomo. Un associazione lotta per difenderlo ripercorrendo a piedi i suoi 244 chilometri

L’AQUILA. Partiti il 29 settembre dall’Aquila, arriveranno a Foggia l’8 ottobre dopo 10 giorni di marcia. Lo fanno non da soli ma in compagnia di un gregge. E il percorso scelto da questa carovana di amanti del trekking e della natura coincide con quello che da secoli pecore e  pastori aquilani fanno per raggiungere i pascoli invernali. La transumanza è oggi in gran parte fatta con dei camion. L’associazione Tratturo 3000 ogni anno fa rinascere questa tradizione, ripercorrendo il Tracturo Magno: ossia i 244 km che vanno dall’Aquila a Foggia, il più importante dei reggi tratturi che storicamente avevano il compito di consentire la transumanza delle greggi.

In realtà nel 2011 il tratturo in parte non esiste più. Resiste nel tratto dall’Aquila a Villareja (Pescara), in parte della Frentania, del Gargano e del Molise. Il resto (circa il 40%) è stato cancellato dall’urbanizzazione della costa adriatica e da strade e autostrade che hanno preso il posto dell’antico sentiero.

Il Tracturo magno è stato per secoli il luogo di scambio tra le popolazioni dell’Appennino e quello delle coste adriatiche. Un luogo di scambi anzitutto economici, ma anche culturali. La crescita economica della pastorizia, di un turismo ecosostenibile e il rispetto e il mantenimento delle tradizioni agropastorali sono gli obiettivi che spingono ogni anno l’associazione Tratturo 3000 a ripetere la transumanza lungo il Tracturo magno.

«Occorre preservare questo sentiero per consentire agli escursionisti di tutta Europa e del mondo di percorrergli», spiega Pierluigi Imperiale, veterinario e organizzatore di Tratturo 3000. «Il nostro esempio è il cammino di Santiago. Non abbiamo la motivazione religiosa, ma abbiamo una storia più lunga del pellegrinaggio legato a San Giacomo. E lungo il Tratturo magno le tracce religioso sono ovunque: Santa Liberata a Lanciano, la Madonna dell’Incoronata di Foggia, il culto di San Michele che si ritrova ovunque. Il tutto inserito in un percorso storico a cui non possono rinunciare regione come l’Abruzzo, il Molise e la Puglia che devono cercare un modo per far sopravvivere le aree interne, altrimenti abbandonate a se stesse».

Così ogni anno, con una staffetta di pecore interrotta solo da strade e autostrade, i membri dell’associazione Tratturo 3000 ripetono il tragitto storico della transumanza. Lo fanno insieme a persone che vengono da tutto Italia. Quest’anno in tutto sono 20 gli amanti di trekking e della natura che ripercorrono le vie della transumanza. Tutti uniti dalla passione per il vivere all’aria aperta e col desiderio di ritrovare un equilibrio con loro stessi lontano dallo smog e dal traffico cittadino.

Tutti insieme formano un’allegra carovana che attraversa l’Abruzzo, la Puglia e il Molise. Ogni tappa e una festa, come accade ai nomadi circensi. Il tutto seguendo un motto che si ripetono tra loro: «Non so se ogni uomo è nomade, ma tutti i nomadi sono uomini».
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