PESCARA. Il sindaco Marco Alessandrini li ha scelti «intuitu personae» sei mesi fa, accompagnando la proclamazione della giunta con il sorriso delle grandi occasioni e tante belle speranze per il futuro. Loro, i nove assessori comunali della nuova amministrazione targata Partito democratico, finora sono riusciti a portare a casa complessivamente 384 delibere. Meglio di tutti i componenti dell’esecutivo messi insieme ha fatto il primo cittadino, che da solo ha impresso un’accelerata al governo della città producendo 200 atti.

Un’enormità se confrontata con gli appena 7 firmati dall’assessore più giovane d’Italia Veronica Teodoro e dalla veterana Paola Marchegiani. Tra chi ha sgobbato di più e chi invece si è visto di meno nelle stanze del municipio, in sei mesi di mandato sono state approvate in totale 384 delibere di giunta. I provvedimenti, aggiornati al 9 dicembre scorso, si sommano ai 75 approvati in consiglio comunale.

Ma chi è l’assessore che ha lavorato di più e chi invece si è defilato? Il Centro ha stilato un’apposita classifica in base al numero di delibere approvate in giunta.

Lo stakanovista di turno, dopo il sindaco Alessandrini, non poteva che essere il suo vice Enzo Del Vecchio: 36 atti approvati, al ritmo di circa uno e mezzo a settimana per suggellare la concentrazione di deleghe nelle sue mani (lavori pubblici, manutenzione stradale e sottoservizi, difesa della costa e risanamento del fiume, parco fluviale, piano regolatore portuale, recupero ambientale degli spazi golenali, demanio marittimo, cimiteri, mobilità e protezione civile). Tra la riapertura al traffico di corso Vittorio Emanuele, la revoca dell’appalto da 1,4 milioni di euro per la duna sulla riviera sud, il progetto di ampliamento del cimitero di Colle Madonna e gli interventi in materia di dissesto idrogeologico e piano antiallagamenti, dall’avvio dell’amministrazione ad oggi Del Vecchio è l’assessore che si è distinto maggiormente. Segue, staccato di poco con 33 provvedimenti andati a buon fine, l’energico renziano Giacomo Cuzzi (turismo e commercio), autore della riorganizzazione tecnologica del mercato ittico e promotore di una serie di appuntamenti a basso costo spalmati durante l’estate e il Natale.

In fondo alla graduatoria della produttività della giunta Alessandrini, si spartiscono l’amaro primato con appena 7 delibere a testa (poco più di una al mese) Veronica Teodoro, nominata a 20 anni assessore al patrimonio, al volontariato e alle politiche giovanili al termine di un braccio di ferro tra il sindaco e il padre della ragazza Gianni, e l’assessore all’ambiente Paola Marchegiani, figura storica del centrosinistra locale. Per entrambe si segnala poca concretezza e tanta ginnastica istituzionale.

Impantanati a metà classifica tutti gli altri assessori: 30 delibere approvate sia per Bruna Sammassimo (bilancio e finanza) e sia per Sandra Santavenere (personale e tutela del mondo animale). Se la prima ha dovuto incassare le critiche della città a causa della grave situazione finanziaria dell’ente, con tanto di impennata delle aliquote dei tributi locali e tagli lineari al bilancio, l’assessore amica degli animali si è fatta notare in questi mesi per i fondi indirizzati al canile comunale (42mila euro) e alla realizzazione di un gattile (7 mila euro) più che per la riorganizzazione della macrostruttura comunale. Con 21 delibere è al quinto posto tra gli assessori Giuliano Diodati (sport e politiche sociali): si ricorda il fondo da 582mila euro destinato all’assistenza dei diversamente abili e l’organizzazione di alcune manifestazioni sportive. Seguono l’assessore alla cultura Giovanni Di Iacovo con 11 atti approvati, tra i cui la promozione della 12esima edizione del Festival delle letterature dell’Adriatico e l’assessore al verde e alla polizia municipale Adelchi Sulpizio con 9 provvedimenti portati a casa.

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