Intitolare lo stadio a Galeone, Masci: «Bello, ma non è facile»

I tifosi chiedono di legare il nome del tecnico a quello dell’impianto, ma una legge complica l’iter. Il sindaco: «Qualcosa faremo». Domani pomeriggio una delegazione del Comune ai funerali a Udine
PESCARA. Come una brezza leggera che dal mare si propaga in tutte le vie della città, accarezzando i cuori dei tifosi del Delfino. Dopo la notizia della scomparsa di Giovanni Galeone, a Pescara si è diffusa una suggestione: intitolare lo stadio Adriatico-Cornacchia al Profeta, emblema di un’epoca unica e inimitabile per lo sport e la comunità biancazzurra. Col passare delle ore, dai social alle condivisioni in piazza fino alla petizione per raccogliere le firme, in molti caldeggiano tale soluzione, degno riconoscimento per le imprese compiute dal tecnico in riva all’Adriatico.
A partire dallo stesso sindaco Carlo Masci: «Non ho mai visto in città un consenso come in questa occasione. Sicuramente Galeone merita uno spazio pubblico per essersi legato alla nostra comunità, incarnando l’essenza pescarese dallo spirito garibaldino, effervescente e guascone alla capacità di saper affrontare gli ostacoli con la determinazione di chi vive per superarli». Eppure, nonostante il dilagante consenso intorno a questa idea, la questione risulta ben più complessa. Prima di tutto perché l’impianto sportivo è già intitolato al campione olimpico Giovanni Cornacchia, altra figura di spicco della comunità cittadina. Ma, soprattutto, la legge vigente non ne permetterebbe l’immediata esecuzione. Infatti, il decreto regio del 23 giugno 1927 (n° 1188), promulgato da Vittorio Emanuele III, stabilisce che “nessuna denominazione può essere attribuita a nuove strade o piazze pubbliche per persone che non siano decedute da almeno dieci anni”. Ostacolo superabile attraverso una specifica deroga da parte del Prefetto che in casi eccezionali (“quando si tratta di persone che abbiano benemeritato della Nazione”, secondo il decreto del Ministero dell’interno del 25 settembre 1992) potrebbe velocizzare l’iter. «Il Prefetto si è sempre dimostrato disponibile in passato e si potrebbe ragionare in questa direzione», prosegue Masci. «Ma non possiamo dimenticare che al momento lo stadio Adriatico sia già intitolato a Giovanni Cornacchia. Sebbene il desiderio di tutti i pescaresi, me compreso, sia quello di legare il nome di Galeone a doppio filo con lo stadio o con le aree ad esso limitrofe, comunque non possiamo creare tensioni. Occorrerà una riflessione attenta e ponderata. Se non sarà possibile, comunque a Galeone sarà intitolato un altro spazio perché la sua memoria resti scolpita».
Emblema di una stagione epica color nostalgia per tanti pescaresi, mito per quanti non hanno vissuto in prima persona quegli anni, salvo riviverli attraverso i racconti che si tramandano di generazione in generazione, Galeone ha portato Pescara ai massimi livelli nazionali. «Ho avuto modo di conoscerlo in diverse occasioni e, sebbene abbia vissuto direttamente il periodo di Zemanlandia con la promozione in serie A, Galeone è un’altra cosa», prosegue il primo cittadino. «Un personaggio goliardico, un punto d’attrazione che sapeva catalizzare l’attenzione della gente intorno a lui. E poi tutti in Italia ammiravano il Pescara, una squadra che giocava un calcio rivoluzionario. Ricordo una copertina della Gazzetta dello Sport con una foto di Junior e il figlio piccolo all’Adriatico. Ricordi bellissimi».
Domani alle 15.30 si terranno i funerali di Galeone nel duomo di Udine e la città di Pescara si lega a questo momento di cordoglio. «Ho indetto il lutto cittadino nell’ora dei funerali per tributare l’onore ad un grande del nostro sport, come già fecero ad esempio Ascoli con Mazzone o Cagliari con Riva. Domani il nostro assessore allo sport Patrizia Martelli sarà presente a Udine, insieme a due agenti della polizia municipale che scorteranno il gonfalone del Comune».
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