Allarme-Braga, il ministro blocca la statizzazione

18 Ottobre 2012

Il direttore Castagna e i docenti si mobilitano per salvare l’istituto musicale Nel frattempo il Comune dorme: non interviene per ristrutturare la sede

TERAMO. L’iter della legge che dovrebbe portare alla statizzazione del Braga subisce una battuta d’arresto e rischia di far saltare in aria i sogni di gloria dell’istituto musicale teramano ad un passo dal traguardo. La statizzazione rincorsa e inseguita da anni è ormai indispensabile per garantire la sopravvivenza dell’istituto che non riesce più a sostenersi solo con i contributi degli enti locali.

Ma le notizie arrivate martedì da Roma non sono rassicuranti e il direttore Antonio Castagna si mobilita insieme ai dirigenti degli altri 22 istituti italiani pareggiati che aspettano lo stesso riconoscimento. Il disegno di legge 4822 che dovrebbe garantire il riordino di tutta l’alta formazione artistica e musicale è infatti “inciampato” in uno dei passaggi conclusivi alla Commissione ristretta cultura riguardo ad un articolo che riguarda la distinzione tra conservatori e accademie delle belle arti. Niente a che vedere, dunque, con gli istituti musicali pareggiati ma lo stop rischia di compromettere tutta la legge arrivata ormai ad uno degli ultimi passaggi prima dell’approvazione definitiva del testo di legge in Commissione cultura e quindi della votazione in Senato. «E’ necessario che la legge passi in blocco e subito, prima della fine della legislatura», spiega il direttore del Braga Antonio Castagna, «perché al suo interno è contenuto anche l’emendamento che impegna il governo alla statizzazione progressiva di tutti gli istituti musicali pareggiati, compreso il nostro».

Nei giorni scorsi Castagna si è incontrato insieme ai colleghi degli altri istituti musicali italiani con l’onorevole Giuseppe Scalera (Pdl), relatore della legge, e ora tutti gli sforzi sono rivolti a fare pressioni sul ministero e sui rappresentanti degli enti locali (Comune, Provincia, Regioni) affinché la legge sia approvata integralmente. La legge, tra l’altro, contiene al suo interno anche importanti norme per la stabilizzazione di tutto il personale docente precario degli istituti musicali – tre o quattro persone anche al Braga – che in questi giorni sono in fermento in attesa che la legge si sblocchi. Il Braga, insomma, non può più aspettare e i conti parlano chiaro: o la statizzazione o la morte.

I problemi con il tempo non fanno che aumentare. E non solo quelli economici. «Il Comune deve intervenire, la nostra struttura sta cadendo a pezzi ed è in completo degrado»: questo l’appello lanciato da Castagna nei confronti dell’amministrazione comunale che è proprietaria dell’immobile di piazza Verdi, storica sede dell’istituto. Dopo il terremoto del 2009 la struttura ha subito grosse lesioni, in particolare il tetto e l’intera ala est che da proprio sulla piazza ed è stata chiusa per il rischio crollo del muro, adesso anche transennato all’esterno. Inagibile è anche l’ex aula magna con gli studenti costretti, tra calcinacci e crepe sui muri, a spostarsi per seguire alcune lezioni anche a casa Urbani. «So che le pratiche per la ricostruzione sono state avviate» continua Castagna «ma non abbiamo notizie, bisogna intervenire al più presto perché ogni giorno che passa la struttura continua a sprofondare nel più completo degrado”.

Barbara Gambacorta

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