NOTARESCO. Dieci mesi (pena sospesa) al medico di guardia Lino De Sanctis per non aver eseguito visite mediche durante la pandemia. La condanna riguarda due episodi del 2020, mentre per un terzo episodio, sempre dello stesso anno, è stato assolto. Non solo. Il medico è stato assolto anche per fatti simili relativi al 2023: in quell’anno De Sanctis avrebbe rifiutato tre visite ai pazienti (sia domiciliari che in ambulatorio). Nei confronti dell’imputato, infine, c’è stato il proscioglimento dall’accusa di lesioni per aver aggredito il parente di una malata che insisteva per ottenere una visita a casa.

In questo caso c’era stata la remissione della querela della parte offesa. La sentenza nei confronti di De Sanctis è stata pronunciata dal tribunale di Teramo (collegio presieduto dalla giudice Claudia Di Valerio, a latere i giudici Emanuele Ursini e Martina Pollera) dopo che i due procedimenti penali a carico dell’imputato sono stati riuniti. Infatti inizialmente i fascicoli di indagine erano due, per i fatti del 2020 e per quelli del 2023. Nel primo filone il reato contestato era quello di omissione di atti d’ufficio in ambito sanitario, nel secondo oltre a questo reato c’era anche quello di lesioni. Né la Asl di Teramo né i pazienti si sono costituiti parte civile nel processo. All’epoca De Sanctis, su disposizione della magistratura, fu sospeso per un periodo dalla sua attività di medico.

Il medico, difeso dall’avvocato Antonino Orsatti per gli episodi del 2023, operava nel servizio di continuità assistenziale del comune di Notaresco e, secondo il pm Davide Rosati, durante i suoi turni di guardia medica avrebbe rifiutato di visitare alcuni pazienti e in una circostanza avrebbe aggredito il familiare di un assistito provocandogli lesioni giudicate guaribili in sette giorni. Fatti che si sarebbero consumati in particolare durante le ondate di Covid ed è proprio alle norme sanitarie di natura eccezionale di quelle fasi di emergenza che i difensori di De Sanctis hanno fatto richiamo nel processo, incassando per buona parte della contestazioni delle assoluzioni. La pubblica accusa al termine della requisitoria aveva chiesto, complessivamente, la condanna a un anno di reclusione.

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