Marco Di Marcello ancora disperso sull’Himalaya, ripartono le ricerche con un rilevatore speciale

Marco Di Marcello e Paolo Cocco

6 Novembre 2025

Farnesina: «Le speranze sono scarse». Ma il fratello non perde la fiducia: «Siamo convinti che sia vivo e stia cercando di farsi trovare in tutti i modi». A Kathmandu arriva anche il console da Calcutta

CASTELLALTO. L’alpinista e biologo teramano Marco Di Marcello risulta ancora disperso sul Dolma Khang, in Nepal, ma «con scarse probabilità di sopravvivenza». A precisarlo è il ministero degli Affari esteri, ieri sera intervenuto sulla strage degli italiani coinvolti negli ultimi giorni in una serie di valanghe in Nepal. Alcuni dispersi come Di Marcello, 37 anni, e l’altoatesino Marcus Kirchler (30), altri deceduti, come l’altro abruzzese, Paolo Cocco (41), di Fara San Martino, nel Chietino. L’arrivo ieri mattina a Kathmandu del console generale d’Italia a Calcutta, competente per il Nepal, Riccardo Dalla Costa, ha permesso di intensificare i contatti con le autorità nepalesi e con i vari tour operator.

«Le ricerche dei due dispersi riprenderanno domani (oggi, ndc) in un’area ben individuata», spiega la Farnesina. Una notizia che fa crescere l’ansia e la preoccupazione per la sorte del 37enne che il 3 novembre è stato sorpreso da una bufera con valanga mentre stava tentando, insieme al suo amico fraterno Paolo, rinvenuto cadavere e altri della squadra, di scalare il Dolma Khang, una cima di oltre 6mila metri sull’Himalaya nella missione “The mountain of light expedition”. La sua famiglia – il papà Francesco, comandante della polizia stradale di Teramo in pensione, la mamma Antonietta, la moglie Marzia, la sorella Giorgia e il fratello Gianni – tra momenti di forte scoraggiamento e quelli di viva speranza si è aggrappata sin dal primo giorno all’arrivo degli aggiornamenti dal radiosatellitare che il giovane porta addosso e che, ancora attivo, registra continui movimenti.

Martedì ha registrato tre spostamenti a intervalli di quattro ore, con avanzamenti in quota e riscese, ma è nella notte tra martedì e mercoledì che ha aumentato l’attività. Ieri pomeriggio il fratello Gianni ha pronunciato parole piene di fiducia nel puntino tracciato sulle mappe che continua a non stare fermo e nell’esperienza e resilienza del fratello. «Siamo convinti che Marco sia vivo e che stia cercando con i mezzi a disposizione di farsi trovare», ha detto, «Marco sta cercando di contattarci e sono sicuro che abbia messo il rilevatore in richiesta di soccorso perché ha trasmesso diverse posizioni e con un frequenza più breve di aggiornamenti. Vediamo che si sposta in continuazione, lo ha fatto in salita di quota e a una distanza di 500 metri da dove era in precedenza, poi torna indietro e noi crediamo che abbia trovato un cunicolo, abbia scavato una specie di riparo, almeno questa è la nostra speranza, dove raccogliersi per affrontare temperature e notte. Siamo sicuri», conclude, «che lui è forte, Marco ce la farà».

Momenti di preghiera con una partecipata veglia officiata ieri sera dal parroco Don Cristoforo della parrocchia di San Michele Arcangelo di Villa Torre alla presenza di parenti, amici e compaesani «per tenere acceso il lume della speranza, tutti insieme» come è stato evidenziato. Le ricerche ieri sono proseguite a ritmo serrato nonostante la zona impervia e le condizioni non facili. L’associazione nazionale delle guide di montagna nepalesi ha fatto sapere in una nota che una squadra di ricerca e soccorso (Sar) composta da quattro membri, il capo squadra Riten Jangbu Sherpa, Pasang Kidar Sherpa, Chhiring Sonam Lama e Pasang Temba Sharpa è stata dispiegata sul monte Yalung Ri, a Dolakha, con la dotazione di tecnologie di ricerca e soccorso di livello mondiale, tra cui un rilevatore Recco. La nota ha proseguito: «La squadra è ben preparata per migliorare l’efficienza e la precisione delle operazioni di recupero nell’impegnativo territorio alpino. Esprimiamo i nostri più sentiti auguri per una missione sicura, rapida e di successo, mentre lavorano instancabilmente in condizioni difficili per localizzare e recuperare le persone sepolte da questo tragico evento».

Attento a monitorare la situazione dando il proprio contributo dall’Italia e da esperto non solo di alpinismo, ma di Himalaya, il capo spedizioniere del gruppo Teramo Explora Nunaat International e ambasciatore del Parco Gran Sasso-Laga Davide Peluzzi. Insieme a Rojita Buddhacharya sta fornendo dati meteo per la sicurezza dei soccorritori e per agevolare le ricerche di Di Marcello e Patam Tamang, la guida nepalese che faceva parte del gruppo e che risulta anch’essa dispersa.

«Ieri pomeriggio le squadre di soccorso erano sul luogo della valanga a 5.400 metri sullo Yukang Ri nella Rolwaling Himal», ha spiegato, «oltre alla squadra Sar arrivata in elicottero vi è la squadra di Phurba Tenjing Sherpa Dreamers Destination che con il dispositivo Recco, sonde e pale, stanno cercando nell’area dove è presente il segnale Gps. Le ricerche si sono fermate all’arrivo del buio, ma riprenderanno stamattina all’alba».

Di Marcello aveva preso parte a varie missioni in Nepal con il gruppo capitanato da Peluzzi: nel 2013 “Le acque degli Dei”, nel 2015 a “Extreme Malangur”, nel 2017 “Jobo Garu” e nel 2019 alla spedizione “The Sky’s way to Sagarmatha”, queste ultime tre anche con Cocco. Un legame forte tra i tre amici. «Marco e Paolo sono un pezzo della mia vita», ricorda emozionato Peluzzi, «come due fratelli minori per me con cui ho condiviso importanti spedizioni, sempre in un rapporto di collaborazione e di fraterna amicizia». La speranza di riabbracciare Di Marcello ha travalicato i confini provinciali. Tantissimi i messaggi sui social per il giovane che è conosciuto in Abruzzo, ma anche all’estero dove ha lavorato come biologo prima in Austria, a Innsbruck, dove si era trasferito con Cocco e ora in Canada, a Calgary, dove risiede con la moglie.

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