Bellante

Morto nel cantiere della scuola, il fratello: «Riaprite le indagini»

21 Ottobre 2025

Il gip archivia l’inchiesta sull’infortunio costato la vita al 57enne Fabrizio Piccinini. La famiglia non ci sta: «Non può finire così, vogliamo chiarezza e risposte su quanto accaduto»

BELLANTE. «Una morte non si archivia così, vogliamo chiarezza. Vogliamo sapere come sono andate le cose e se ci sono delle responsabilità. Mio fratello lo merita e anche noi famigliari». Sono le parole di Luca Piccinini, fratello di Fabrizio Piccinini, l’operaio di Bellante morto il 29 luglio 2024 nel cantiere edile dell’istituto Crocetti - Cerulli di Giulianova in seguito a una caduta da una impalcatura. Un incidente sul lavoro che ha portato all’apertura di un’inchiesta per omicidio colposo, all’iscrizione di due persone nel registro degli indagati e infine, pochi giorni fa, all’archiviazione del fascicolo.

«Non può finire così, senza aver accertato ogni aspetto della vicenda: si parla di morti bianche ogni giorno, di prevenzione e misure di contrasto. Ma poi? Chiediamo che le indagini sulla morte di mio fratello vengano riaperte, ci sono punti che vanno approfonditi», prosegue Luca che nella vicenda è assistito dall’avvocato Ivan Lovecchio. Quest’ultimo sta raccogliendo elementi da poter depositare in tribunale affinché si possa procedere ad una riapertura del fascicolo che ha visto indagati, prima dell’archiviazione chiesta dal sostituto procuratore Greta Aloisi e accolta dal gip Marco Procaccini, il rappresentante legale della ditta per la quale Piccinini lavorava e il direttore dei lavori. Secondo le indagini della magistratura, i due non avrebbero responsabilità nell’incidente. La famiglia della vittima, però, non vuole arrendersi.

«Non vogliamo un colpevole a ogni costo, vogliamo però che si approfondiscano degli aspetti e che ci venga detto come sono andate le cose: mio fratello era prudente, esperto e responsabile. Non avrebbe fatto azzardi o scelte pericolose sul luogo di lavoro», insiste Luca. La caduta mortale è avvenuta da un trabattello, un’impalcatura mobile con delle ruote sulla quale Piccinini si trovava per svolgere lavori di rifacimento al controsoffitto della scuola giuliese. Proprio il trabattello sarebbe stato privo delle paratie di protezione laterale. Un volo di sette metri quello di Piccinini, morto sul colpo. Il responsabile dei lavori, è emerso nel corso delle indagini, ne avrebbe ordinato la collocazione prima dell’incidente.

Ma ciò non sarebbe avvenuto. «Siamo arrivati a 13 morti sul lavoro in Abruzzo dall’inizio del 2025: è una strage senza fine», commenta Marco Boccanera della Cisl che segue da vicino la vicenda di Piccinini, «avere una ricostruzione esatta di un incidente sul lavoro non serve solo alla famiglia della vittima, ma a tutto il sistema per poter intervenire in termini di prevenzione. Chiediamo più attenzione, sensibilità e cura verso il mondo del lavoro e verso chi vive sulla propria pelle un infortunio», conclude Boccanera. Fabrizio Piccinini oltre al fratello ha lasciato un figlio poco più che ventenne che «merita la verità», conclude Luca.

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