Accord Phoenix I lavoratori: nauseati da questa politica

Cresce l’ansia tra i 129 ex dipendenti del polo elettronico in attesa di ricollocazione nell’azienda sotto sequestro

L’AQUILA. Ora parlano i lavoratori. In attesa del tavolo istituzionale che il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli ha fissato per giovedì alle 15,30, un gruppo dei 129 ex dipendenti del polo elettronico in attesa di essere ricollocati dall’Accord Phoenix non risparmia critiche nei confronti della politica, «da cui siamo nauseati», e si dice «garantista» nei confronti del direttore Francesco Baldarelli, raggiunto da un avviso di garanzia dopo il sequestro del sito. «Quando, nel giugno dello scorso anno, fu annunciato che Invitalia aveva concesso il finanziamento ad Accord Phoenix», scrivono i lavoratori, «abbiamo creduto che finalmente, dopo anni di sofferenza, l’incubo della perdita del lavoro fosse finito. Per cinque anni abbiamo inseguito il sogno di vedere una nuova azienda insediarsi nei capannoni, che un tempo rappresentavano il fulcro della città dell’Aquila. Oggi questo sogno si è trasformato in un incubo. Purtroppo, a pochi mesi dall’insediamento, l’intero management aziendale ha inanellato una serie inaccettabile di errori per arrivare un mese fa nel sequestro dell’intera area produttiva. Con un investimento pubblico e privato così oneroso non si poteva e non si doveva sbagliare: in ballo c’è il destino di 129 famiglie aquilane, sulle cui spalle si è fatto leva per ottenere il finanziamento pubblico. Pur non tollerando globalmente le incapacità gestionali di quest’azienda, e ne chiederemo conto nei tempi opportuni», proseguono i lavoratori, «ci sentiamo di essere garantisti nei confronti del direttore Baldarelli, sottoposto a indagine conoscitiva per eventuali reati di truffa. Sin dall’inizio abbiamo individuato in Invitalia l’arbitro indiscusso dell’intera operazione: oggi confidiamo nella magistratura e nel suo operato, auspicando tempi rapidissimi».

Quindi l’affondo: «Siamo nauseati dalla classe politica locale, interessata esclusivamente al gioco dei “gufi e dei pinocchi” e chiediamo rispetto. Siamo un gruppo di lavoratori politicamente eterogeneo, e pertanto non abbiamo interesse a favorire nessuna area politica. Sarebbe opportuno, invece, che tutte le istituzioni politiche e sociali aquilane si coalizzassero per favorire gli insediamenti produttivi in questa città. Invece, in questi giorni, si assiste a un’odiosa rincorsa alla primogenitura di quello che, per alcuni, è l’annunciato disastro dell’Accord Phoenix, senza peraltro preoccuparsi del destino dei lavoratori coinvolti. In queste ore, per gli ex dipendenti della Finmek, Fida, P&A e Intercompel, il disagio non è solo economico, ma anche psicofisico: disorientamento, costernazione e rabbia sono gli elementi dominanti. Nonostante tutto», concludono i lavoratori, «con la ristrutturazione ultimata e i macchinari posizionati nel sito, ci auguriamo che il progetto possa andare avanti, al fine di portare a uno sviluppo occupazionale che, in assenza di alternative, rappresenta l’ultima speranza».

©RIPRODUZIONE RISERVATA