Acqua Santa Croce, un'altra settimana di sciopero a Canistro

Non si ferma la protesta. La Cgil: "I camion con l'acqua non passeranno". L'azienda ha 75 dipendenti, di cui 50 in cassa integrazione da anni

CANISTRO. Sindacati e dipendenti dello stabilimento di imbottigliamento di Canistro dell'acqua Santa Croce hanno proclamato un'altra settimana di sciopero. Il segretario provinciale di L'Aquila della Cgil, Umberto Trassatti, ha confermato anche «il presidio presidio per tutta la prossima settimana, con ferma determinazione di non far passare i camion per il carico della merce».

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L'altro ieri c'era stata la rottura della trattativa con l'azienda che aveva denunciato alle autorità competenti l'attuazione illegale dello sciopero con il diniego all'ingresso nello stabilimento e con la Regione, proprietaria della sorgente che, insieme al comune di Canistro aveva annunciato un esposto alla procura della repubblica di Avezzano contro la Santa Croce con la istanza di sequestro dello stabilimento e dell'acqua captata senza concessione.

Il patron, Camillo Colella, ha rinnovato alle forze dell'ordine la richiesta di poter entrare nello stabilimento dopo che nei giorni scorsi gli accessi erano stati ostruiti con sassi, alberi e le automobili. Proprio per questo si sono vissuti momenti di tensione tra le parti davanti a decine di poliziotti e carabinieri.

Canistro, un albero e un masso bloccano la Santa Croce
Un albero e un grosso masso bloccano la strada d'accesso alla Santa Croce. Non si placano le polemiche allo stabilimento dove si imbottiglia l'acqua della Valle Roveto. Dopo i tre giorni di sciopero contro la proprietà per la decisione di licenziare tutti i dipendenti, la strada che dal paese conduce al sito è stata bloccata da un grosso albero e un masso a causa dei quali i tir che devono caricare l'acqua in azienda non possono passare. Già nei giorni scorsi c'erano state delle tensioni fuori dal sito e il sit-in dei lavoratori aveva bloccato i camion (video di Antonio Oddi, testo di Eleonora Berardinetti)

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La Santa Croce ha 75 dipendenti, di cui 50 in cassa integrazione da anni, che hanno davanti a loro lo spettro del licenziamento dopo che l'azienda ha attivato le procedure di mobilità.

Ciò in seguito alla revoca da parte della Regione, con la quale è in atto un duro contenzioso, della concessione e all'apposizione di sigilli per gravi contestazioni.

Azioni contestate dall'azienda.

La Regione, intanto, ha lanciato un nuovo bando.