Appello di Marinangeli: «Vacciniamoci» 

Il primario di Rianimazione perplesso sui colleghi obiettori sostiene la campagna in corso: «Solo così ci sarà una speranza»

L’AQUILA. È stato tra i primi a ricevere il vaccino anti-Covid, lo scorso 27 dicembre. Ora il primario del reparto di Rianimazione e Terapia intensiva del San Salvatore Franco Marinangeli (nella foto) sostiene la campagna vaccinale e invita tutti a partecipare, «per darci un futuro, o almeno una speranza di futuro».
Intanto si mantiene relativamente bassa la curva dei contagi, con 7 nuovi casi in città, a fronte dei 20 dell’intera provincia. Ma i ricoveri, come conferma Marinangeli, sono ripresi dopo le feste natalizie. «Volge al termine la fase di vaccinazione Covid dei sanitari», afferma il primario di Terapia intensiva, «senza particolari complicanze. Premessa la mia grande perplessità sull’etica professionale dei sanitari che non si sono vaccinati, a breve avrà inizio la campagna vaccinale per le persone anziane e più fragili. Io credo sia importante, in questo clima di incertezza sul grande tema della vaccinazione, sottolinearne gli indiscutibili vantaggi e sostenere con forza la necessità di una vaccinazione di massa, unica arma reale alla diffusione del virus. Dico unica, perché a quanto sembra vi è una larga parte della popolazione che, sentendosi geneticamente immune, continua a perpetuare comportamenti che favoriscono la diffusione del virus. Abbiamo ricoverato un numero consistente di pazienti dopo il cenone di Natale...”un bel risultato...”». Marinangeli sottolinea come “pare sia impossibile convincere gli irriducibili sul fatto che il Covid non guarda in faccia nessuno e non distingue tra simpatici e antipatici, semplicemente approfitta dei più deboli e li devasta. Senza se e senza ma. Non ci sono terapie specifiche», aggiunge, «e anche qui abbiamo assistito alle più disparate invenzioni dei più disparati opinionisti. L’unica verità è che le terapie di supporto, le uniche certamente utili a nostra disposizione, ci permettono di “stirare” il tempo e danno tempo al fisico di riprendersi, se, si badi bene, il fisico ha energie sue proprie a sufficienza e un sistema immunitario capace di reagire. Energie che nelle persone fragili spesso non ci sono per definizione. Quindi l’imprudenza di alcuni è una condanna per altri, molti, troppi». Infine l’appello ad aderire alla campagna vaccinazioni: «Nel bilancio tra rischio della vaccinazione e rischio della malattia, credetemi, non esiste confronto. Diamoci un futuro, o almeno una speranza di futuro, e dimostriamo di essere un Paese civile. Vogliamo curare tutti, dobbiamo curare tutti. Ma tutti siamo responsabili dell’efficienza del sistema sanitario, non solo i sanitari. Ogni contagio evitato», conclude, «è un potenziale posto letto libero in ospedale per curare un altro malato, Covid o non Covid. Sostenete la campagna vaccinale, dite sì al futuro, aiutateci ad aiutarvi».