Ateleta, festa per l’anniversario della Croce di Carceres

ATELETA. Una giornata speciale, quella vissuta ieri dai cittadini di Ateleta. I tanti che hanno partecipato al primo anniversario della posa della Croce di Carceres, hanno ripercorso non solo...

ATELETA. Una giornata speciale, quella vissuta ieri dai cittadini di Ateleta. I tanti che hanno partecipato al primo anniversario della posa della Croce di Carceres, hanno ripercorso non solo fisicamente, ma al contrario, il tragitto che i loro avi fecero dalla montagna alla valle, all'indomani del tragico terremoto del 1456 che distrusse l'antico borgo di Castrum Carceres, primo nucleo abitativo della poi futura Ateleta.

Un percorso della memoria che ha vissuto il suo momento clou con la messa celebrata alle 11.00 dal vescovo di Sulmona-Valva Angelo Spina, sul rudere di quella che una volta era la chiesa del vecchio borgo, dedicata prima a San Michele Arcangelo, poi a sant'Angelo. Alla presenza delle autorità civili e militari, il vescovo ha cosi celebrato a un anno dalla sua posa, la croce di Carceres, una struttura ferrea dall'aspetto semplice ma grazioso che per il suo ideatore Marco Passalacqua, presidente dell'associazione “Carabinieri in congedo” ha un significato davvero particolare. «L'idea di posizionare la croce nel vecchio borgo», spiega, «mi è venuta, quando per la prima volta ho avuto modo di visitarlo nel 2007. Riuscire in quest'impresa non è stato facile, l'area, infatti, è parte integrante del Parco della Majella, e le leggi in materia sono giustamente severe ma grazie al lavoro e alla dedizione tra gli altri di Mario Mennella, Michele Falcone e dell'associazione siamo riusciti a riportare un simbolo cristiano sul sito dove pregavano i nostri avi». Una giornata del ricordo speciale per una comunità che solo con l'arrivo di Gioacchino Murat,trovò pace e prosperità dopo secoli di soprusi e povertà. A margine della santa messa, la comunità di Ateleta ha poi fatto benedire una madonnina che sarà utilizzata dai pastori del luogo.

Alberto Teti

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