Avezzano, la privacy salva chi sporca e inquina
Il Comune non può utilizzare le foto scattate dai dispositivi che incastrano i trasgressori, ma bisogna adeguarsi alle direttive del garante. Il comandante della Polizia locale Montanari: «Assurda burocrazia»
AVEZZANO. Sono tornate le buste della spazzatura abbandonate lungo le strade. Sono sparite le foto degli zozzoni pizzicati dal Comune. Motivo? Le fototrappole non possono essere più utilizzate. Ne va della privacy dei trasgressori.
È quanto sta accadendo in città, dove è stato sospeso da settimane il sistema che permetteva di multare chi gettava rifiuti illegalmente, contribuendo alla formazione di decine di micro-discariche abusive in tutto il territorio comunale. La telecamere acquistate dall’amministrazione a spese dei contribuenti sono chiuse negli armadi della polizia locale. Ciò sta causando un notevole incremento di immondizia in alcune zone, non solo in periferia. Alla base di questa paradossale situazione ci sarebbe la violazione della privacy dei cittadini e dei trasgressori immortalati dalle fotocamere. Il Comune, infatti, non sarebbe in regola con una circolare del garante della privacy che prevede delle restrizioni e dei parametri tecnici a cui attenersi per questo tipo di servizi. Le fototrappole, di ultima generazione, erano state installate in 80 punti di interesse all’esterno della città e a rotazione nei luoghi abitati. Si era partiti con l’acquisto di dieci moderni apparecchi, costati circa cinquemila euro, che servivano a contrastare il fenomeno di inciviltà. Poi la dotazione è stata potenziata. Oltre alle fototrappole, il Comune ha acquistato altre cinque videocamere, che aggiunte a quelle già in possesso dell’Ente, permettevano di tenere sotto controllo tutto il territorio. C’è anche strumentazione acquisita grazie a un premio vinto da Avezzano come Comune che ricicla meglio in Abruzzo. I risultati sono arrivati e molte persone sono state colte sul fatto e costrette a pagare multe salate – da un minimo di 450 euro – fino alla denuncia penale. L’effetto deterrente non era mancato e il fenomeno aveva subìto una battuta d’arresto. Nonostante questa importante dotazione, la guerra contro chi inquina, almeno a questo punto, sembra essere stata persa.
«Dobbiamo adeguare una norma del regolamento», ha spiegato il comandante della polizia locale, Luca Montanari, «con una direttiva del garante della privacy ci siamo trovati non allineati. Abbiamo già presentato la richiesta all’amministrazione e alla commissione consiliare del Comune e nel frattempo siamo stati costretti a sospendere l’attività di servizio a causa della circolare. Siamo vittime di un’assurda burocrazia».
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