Centinaia di amici ai funerali di Perrotti «Sei nei nostri cuori» 

Commozione per la scomparsa dell’ex insegnante di 66 anni Il dolore degli allievi: «È stato per noi più di un allenatore»

L’AQUILA. Centinaia di persone hanno partecipato, ieri pomeriggio, nella chiesa di San Silvestro, ai funerali del professor Paolo Perrotti, venuto a mancare mercoledì scorso all’età di 66 anni, dopo una malattia.
LE VOCI DEGLI ALLIEVI. A dargli l’ultimo saluto, molti suoi ex studenti e molti degli atleti che si erano formati e allenati con lui. Così lo ricorda Daniele Giampietri, ex capitano della Gran Sasso Rugby, la società a cui Perrotti diede vita, insieme a Pier Francesco Anibaldi, quando era professore di educazione fisica nella scuola di Navelli, per far avvicinare allo sport e in particolare alla palla ovale i ragazzi che vivevano nei piccoli comuni dell’Aquilano: «È stato il motivo per il quale abbiamo iniziato a giocare. È stato più di un allenatore: ci veniva a prendere con la sua macchina per accompagnarci agli allenamenti o ci aspettava alla fermata dell’autobus per portarci al campo. Come allenatore e preparatore era molto concreto, non girava intorno alle cose e non le imponeva. I suoi programmi erano molto duri, ma se avevi voglia di lavorare i risultati arrivavano».
I COLLEGHI E GLI SPORTIVI. «Sono tante le cose che abbiamo condiviso insieme», racconta Franco Panella, ex professore di educazione fisica, per tanti anni collega di Perrotti. «Gli anni trascorsi a insegnare fuori L’Aquila, a Vicovaro e a Tivoli, e poi quelli alla Dante Alighieri. Un ricordo particolare è legato al terremoto, quando, poco dopo il 6 aprile, vincemmo con gli allievi della Dante i campionati studenteschi nazionali di rugby a Roma». «Per me è stato come un padre», dice Stefano Salso, campione europeo Master di salto in alto, che con Perrotti mosse, da adolescente, i primi passi nell’atletica leggera. «Siamo rimasti in contatto fino all’ultimo, è stato un punto di riferimento dal punto di vista sia umano che sportivo. Era una persona di una bontà unica, ha sempre fatto tutto per amore dello sport e dei ragazzi, mai per altri interessi. Non ho mai incontrato un altro come lui».
LA CAMPIONESSA. Concetta Milanese, moglie di Isaia Di Cesare, pluricampionessa italiana nel lancio del peso, amica di una vita, lo ha salutato così: «Ognuno ha qualcosa da conservare del suo cuore e della sua disponibilità, simpatia, bontà e lealtà. Ha formato generazioni di ragazzi che attraverso lo sport hanno consolidato la loro personalità e per questo gli hanno voluto e gli vogliono un mondo di bene. Rimarrà sempre nei nostri ricordi e nei nostri racconti».
I MESSAGGI. Numerosi messaggi di cordoglio sono arrivati, in queste ore, anche dai comitati regionali della Federazione italiana di atletica leggera – «È stato uno dei migliori pesisti della storia dell’atletica abruzzese – con un primato personale di 16,86 metri, arrivando a vincere 13 titoli regionali e occupando le prime posizioni nelle graduatorie nazionali» – e della Federazione italiana rugby: «Si è sempre fatto apprezzare per le sue grandi doti umane e professionali. È una grande perdita per lo sport, per il mondo scolastico e per quanti lo hanno conosciuto e stimato».
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