Cialente: siamo nelle mani di governo e Napolitano

Il sindaco difende la trasferta a Roma con le carriole cariche di pratiche «Il decreto è pronto, la nostra è stata un’iniziativa dettata dall’emergenza»

L’AQUILA. «Il decreto è pronto. Ora siamo nelle mani del governo e del presidente della Repubblica, con il quale in queste ore siamo in contatto».

Il sindaco Massimo Cialente confida nella possibilità di avere a breve giro di posta, «speriamo prima della scadenza del mandato del presidente Napolitano», il decreto che stanzia nuove risorse per L’Aquila. Un miliardo la somma chiesta l’altro giorno da Cialente e dagli altri sindaci del cratere nell’incontro a Palazzo Chigi con il sottosegretario A ntonio Catricalà. Un miliardo per far ripartire, da subito e attraverso il ritorno al meccanismo della Cassa depositi e prestiti, la ricostruzione ferma da mesi proprio per l’impossibilità di finanziare i progetti già ammessi al contributo.

Cialente difende la trasferta a Roma e quelle carriole cariche di progetti e non più di macerie. «C’era un’emergenza e il governo ne ha preso atto. È stata un’operazione giusta e sbaglia chi continua a buttare tutto in polemica». Quindi l’annuncio dell’arrivo, probabilmente entro la prossima settimana, di una parte dei fondi della delibera Cipe dello scorso dicembre. «Si tratta, però, di soli 260 milioni a fronte dei 985 destinati all’Aquila. Poca cosa rispetto alle nostre necessità, considerato l’enorme numero di progetti per i quali è stato già rilasciato il riconoscimento del contributo. Cantieri, per 600 milioni di euro, che non riescono ad aprire perché le casse della ricostruzione sono vuote. Con la nostra iniziativa a Roma», ha concluso il sindaco, «il caso è ormai esploso. Aspettiamo le decisioni del governo e del presidente Napolitano».

A rafforzare la posizione degli amministratori aquilani è arrivata l’interrogazione della deputata del Pd Moni ca Gregori, (che ha raccolto l’adesione anche di altri parlamentari), al ministro Fabri zio Barca.

«Chiedo al ministro Barca, nella sua qualità di inviato speciale del governo all’Aquila, di intervenire con maggior vigore per cercare di accelerare le tappe della ricostruzione e abbassare le attuali stime temporali di completamento dei lavori. A quattro anni dal terribile terremoto che ha colpito L’Aquila, causando 309 vittime e 10 miliardi di danni, la ricostruzione pesante è partita solo nelle periferie, non occupandosi in maniera sufficientemente adeguata del centro storico. Bisogna assolutamente intervenire sulla semplificazione normativa. E occorre concentrarsi sulle priorità economiche, come il finanziamento della cassa integrazione dei lavoratori locali che hanno perso il lavoro a seguito del terremoto».

La senatrice grillina Enza Blundo chiede, invece, una commissione d’inchiesta sui fondi fin qui spesi, e sulle risorse attualmente disponibili, per la ricostruzione.

Sulla questione scendono in campo anche le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil.

«Dopo quattro anni è urgente procedere, con speditezza negli interventi della cosiddetta ricostruzione pesante, sia all’Aquila che in tutti gli altri centri del cratere. Ciò presuppone l'impegno dello Stato a porre la ricostruzione tra le priorità nazionali, garantendo lo stanziamento delle risorse necessarie e la costante erogazione delle stesse da qui ai prossimi anni, come più volte richiesto dai sindaci».

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