Cimitero profanato a Canistro

La Procura apre l’inchiesta: danneggiate anche le bare. Furto o azione di una setta satanica?

AVEZZANO Un furto compiuto da ladri senza scrupoli o l’azione di una setta satanica? Attorno a queste due ipotesi sono al lavoro gli inquirenti chiamati a fare luce su quanto accaduto l’altra notte nel piccolo cimitero di Canistro Superiore.

La Procura di Avezzano ha aperto l’inchiesta. Il raid è avvenuto presumibilmente attorno alle 2. Gli sconosciuti si sono intrufolati nel camposanto, che si trova in una zona periferica ma non troppo isolata (è visibile anche dalla strada principale), e una volta dentro hanno divelto e portato via alcuni discendenti e converse di rame. Fin qui sembrerebbe un colpo come tanti altri avvenuti nell’ultimo periodo anche all’interno di cimiteri della zona, visto il valore che il metallo ha sul mercato. Solo che stavolta sono state profanate anche le tombe. Una bara è stata portata via dal loculo e aperta. Non è chiaro che cosa cercassero gli autori di questa profanazione. Se altro rame o oggetti preziosi custoditi nella cassa. La bara era di una persona deceduta nel 1966. Un altro loculo, di un uomo scomparso appena tre mesi fa, è stato danneggiato, ma la bara non è stata aperta. Questo tipo di profanazione fa supporre che ad agire possa essere stata una banda di satanisti. Ieri mattina un visitatore si è trovato di fronte a bare fuori dai loculi, calcinacci ovunque, fiori gettati a terra. Ed è stato lanciato l’allarme. Sul posto sono intervenuti subito i Carabinieri di Civitella Roveto, coordinati da Lorenzo Pecorella, comandante della compagnia di Tagliacozzo. I militari stanno conducendo le indagini per tentare di fare luce su quanto accaduto.

Nella mattinata il medico della Asl, Maria Teresa Perrotta, ha compiuto un sopralluogo nel cimitero di Canistro Superiore e ha disposto la verifica delle bare e la successiva ricollocazione delle stesse nei loculi. L’episodio ha suscitato un comprensibile sdegno nel comprensorio. Tanta la solidarietà ai familiari dei defunti. Per tutti parla il sindaco del paese, Antonio Di Paolo. «In molti paesi della Marsica» commenta sdegnato «già si erano verificati furti di rame all'interno dei cimiteri, ma mai erano stati commessi atti così spietati nei confronti dei defunti. Come amministratori di Canistro siamo vicini alle famiglie e abbiamo provveduto in brevissimo tempo a riparare i danni causati nel corso del raid. Dai rilievi si evince che in tutta la zona, durante la notte» conclude il sindaco Di Paolo «si sono verificati altri tentativi di furto. Restiamo comunque in attesa dell'esito delle indagini dei carabinieri». Quanto accaduto l’altra notte a Canistro fa tornare alla mente un altro inquietante episodio. Quello relativo al trafugamento del teschio di Gina Spallone, madre di Mario, avvenuto nel cimitero di Lecce nei Marsi la notte del 27 maggio 2002. Teschio mai ritrovato. Le piste battute allora dagli investigatori furono essenzialmente due. Quella della vendetta contro Mario Spallone, sindaco uscente di Avezzano. E la pista della setta satanica.

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