Concorsone, stop ai trasferimenti

L’assessore al Personale: «Gli assunti devono restare qui almeno per 5 anni»

L’AQUILA. No alla mobilità volontaria prima di cinque anni dall’assunzione.

L’assessore Betty Leone frena le aspettative dei vincitori del concorsone sulla ricostruzione: i non residenti tra i 128 assunti a tempo indeterminato al Comune dell’Aquila vogliono infatti chiedere al governo una deroga per abbreviare i tempi stabiliti per ottenere il trasferimento. Una notizia che ha scatenato non poche polemiche.

«Non è possibile», spiega l’assessore al Personale, «in quanto c’è una delibera di giunta che ha recepito le indicazioni della normativa nazionale. Una delibera decisa con il sindaco Massimo Cialente al momento dell’assunzione dei vincitori del concorso, proprio per tutelare le attività della ricostruzione. Chi ha partecipato al concorso, sapeva che era stato bandito per L’Aquila e i comuni del cratere sismico e che era prevista una permanenza di almeno cinque anni in questo territorio. Sono dipendenti del Comune, non del ministero, e si devono sentire tali».

Legittima, invece, secondo l’assessore, la richiesta di poter usufruire del salario accessorio, come tutto il personale dell’ente: «Su questo hanno ragione, stiamo trattando con il ministero, che finora ci ha impedito di utilizzare i fondi destinati alle ore di straordinario e ad altri voci, come i compensi accessori. Per quanto riguarda l’altra richiesta di accedere alla progressione verticale, purtroppo attualmente è ferma per tutti, visto che è bloccato il contratto del pubblico impiego».

Gli assunti del Ripam vorrebbero anche avere propri rappresentanti in seno alle Rsu: «Alle prossime elezioni», afferma l’assessore, «dopo averli concordati con i sindacati, potranno presentare i loro candidati, come tutti i nostri 589 dipendenti. Ma non esiste la categoria esclusiva del Ripam. Intanto», conclude Leone, «vedo ogni giorno lavorare tanta gente preparata e, a parte qualche criticità fisiologica, si stanno a mano a mano integrando col resto del personale».

Romana Scopano

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