Croce Rossa, condannato dirigente

I giudici di appello: tre mesi per essersi appropriato di medicinali per animali

L’AQUILA. Appropriazione indebita di medicinali a uso veterinario.

Questa l’accusa per la quale è stato condannato anche in Appello a tre mesi di reclusione Rossano Alberto Rosso, già responsabile della Croce Rossa nel campo di Centi Colella dove, dopo il sisma, venne allestita una delle tendopoli.

I fatti risalgono ad aprile 2009 quando un’associazione di volontariato donò a Cristina Graziani, veterinaria che cura i cani randagi, dei medicinali per animali, per un valore di oltre 2500 euro in modo che provvedesse alla cura dei cani (randagi e quelli smarriti dai proprietari) nel difficilissimo periodo del post-terremoto.

«La merce», disse all’epoca la stessa Graziani, «era arrivata nel campo di Centi Colella gestito dalla Cri ma non mi venne mai consegnata nonostante nella bolla di accompagnamento fossero riportati i dati del destinatario».

Con delle motivazioni futili le venne negata la consegna della merce che era stoccata in 32 imballaggi.

Già nella fase precedente al primo grado l’avvocato di parte civile, Fabio Cassisa del Foro dell’Aquila, aveva chiesto e ottenuto la citazione in giudizio della Cri quale responsabile civile in quanto l’imputato aveva operato in qualità di responsabile del Reparto soccorsi speciali della Cri che fa capo direttamente al Comitato centrale della Croce Rossa.

Ieri, comunque, la Corte ha ribadito la condanna dell’imputato.

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