polemica sulle alleanze territoriali  

D’Eramo contro Di Pangrazio: Politica dell’orticello non paga

AVEZZANO. Non si spengono gli echi della polemica sulle alleanze territoriali innescata dalle parole del sindaco Gianni Di Pangrazio. Al primo cittadino, che nella sua visione di area vasta per il...

AVEZZANO. Non si spengono gli echi della polemica sulle alleanze territoriali innescata dalle parole del sindaco Gianni Di Pangrazio. Al primo cittadino, che nella sua visione di area vasta per il rilancio delle aree interne non ha incluso L’Aquila, tacciandola di chiusura rispetto al resto del territorio, replica il deputato e coordinatore regionale della Lega Luigi D’Eramo.
«Sarebbe semplice», afferma, «sollevare di nuovo la questione del campanilismo, delle divisioni territoriali, dell’arroccamento, persino della delazione nei confronti della città capoluogo di regione, “rea” di aver conosciuto uno sviluppo conseguente alla tragedia del terremoto, che però rimane una tragedia». D’Eramo, il cui intervento segue a qualche giorno di distanza la risposta immediata del primo cittadino aquilano Pierluigi Biondi, pur ricordando che anche in campagna elettorale Di Pangrazio aveva fatto affermazioni simili a quelle che hanno creato l’incidente diplomatico con il capoluogo di Regione propone una riflessione. «Per la Lega non è il tempo della politica dell'orticello», afferma, «ovvero nessun territorio può pensare di programmare uno sviluppo coerente senza tenere in considerazione gli altri». Questo argomento, offerto alla valutazione del primo cittadino avezzanese, secondo il deputato del Carroccio è valido «a maggior ragione quando si tratta di aree che hanno legami forti e per la vicinanza geografica e per le vicende storiche e per l’intensità degli scambi». In sostanza «c’è bisogno di ragionamenti e relazioni di ampio respiro, nel segno della fratellanza, della coesione e della cooperazione». Su questa linea è attestata la Lega.
«Per noi non esistono distinzioni di sorta», assicura D’Eramo, «le nostre azioni saranno sempre improntate alla massima collaborazione nel rispetto delle specificità, con l'obiettivo di pensare lo sviluppo in chiave “macro” e sempre meno “micro”. Crediamo che questa sia la strada per uscire dalla crisi, per affrontare questa contingenza così dura ma, soprattutto, per rilanciare un progetto politico-amministrativo e sociale bypassando la frammentazione che, per lunghissimi decenni, ha minato l'Abruzzo».
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