Droga, blitz anche all’Aquila per l’operazione “Piazze pulite”

La Direzione distrettuale antimafia emette 25 ordinanze di custodia cautelare

L’AQUILA. Era ramificata in tutta Italia, ma aveva la sua base a Castel Volturno, in provincia di Caserta, l’organizzazione formata in prevalenza da italiani e immigrati di origine africana, dedita allo spaccio di eroina e cocaina che è stata smantellata dai carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell’inchiesta denominata «Piazze pulite» coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Tra loro anche alcuni aquilani.

Venticinque le ordinanze di custodia cautelare - 18 in carcere e 7 ai domiciliari - emesse dal Gip di Napoli per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Quattro indagati, tra cui uno dei capi dell’associazione, il nigeriano Joseph Iyayi, sono riusciti a sfuggire alla cattura e sono tuttora ricercati.

Il blitz ha riguardato ben nove province: L’Aquila, Napoli, Caserta, Avellino, Firenze, Frosinone, Latina, Roma, Salerno. Tra gli arrestati anche un cittadino dell’Est Europa. Durante le indagini, partite da Grazzanise nel 2012 e condotte con intercettazioni telefoniche, pedinamenti e altre tradizionali attività di polizia giudiziaria, sono stati accertati 480 episodi di cessione di sostanze stupefacenti e sono stati sequestrati complessivamente circa 250 grammi di eroina e quindici grammi di cocaina. A inondare di droga le varie basi di spaccio sparse per l’Italia, hanno accertato gli investigatori, erano i corrieri di origine africana utilizzati dai fornitori nigeriani di stanza a Castel Volturno, da anni gestori sul litorale casertano del fiorente business dello spaccio in particolare di droghe pesanti, spesso in accordo con le cosche camorristiche; questa volta però non sono emersi rapporti con i clan casertani. I corrieri cedevano dunque la droga ai pusher delle nove piazze. In qualche circostanza, è emerso durante le indagini, la droga è stata pagata anche con banconote false, che sono state poi sequestrate.

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