Fucino: in arrivo 400 braccianti Atteso il via libera dal ministero

A ore il Viminale concederà il nulla osta per il rientro dei lavoratori stranieri in vista della stagione estiva Fabrizi (Confagricoltura): «L’iter sia veloce». Il governo valuta l’ipotesi di aumentare le quote d'ingresso
AVEZZANO. Le aziende agricole del Fucino sono in attesa del via libera per il rientro in Italia di oltre 400 lavoratori extracomunitari. Se il ministero dell’Interno rispetterà la procedura del silenzio assenso, prevista da quest’anno nell’ambito del decreto flussi e valida per i braccianti che hanno ottenuto l’autorizzazione almeno una volta negli ultimi cinque anni, l’iter scatterà già a partire da domani. Il disco verde dal Viminale è atteso in giornata e al momento è escluso che possano essere posti veti al rientro dei lavoratori stranieri. Se così sarà, dal dicastero partirà il nulla osta necessario al conferimento del visto da parte dell’ambasciata o dei consolati italiani presenti nei Paesi di origine. Una procedura complessa che Confagricoltura chiede di velocizzare e rendere più snella: «Dal momento in cui scatterà il silenzio assenso da parte del ministero, vigileremo sull’iter affinché rispetti le tempistiche stabilite», assicura Stefano Fabrizi, direttore Confagricoltura della provincia dell’Aquila. Ricevuto il visto, i braccianti stranieri arriveranno in Italia per siglare il contratto: l’accordo con i datori di lavoro sarà sottoscritto sotto l’egida della prefettura dell’Aquila. I tempi stringono visto che la stagione estiva è ormai alle porte. Nel Fucino sono più di 400 le pratiche inoltrate dalle aziende del comparto agroalimentare per il rientro di manodopera specializzata. «Una vera e propria boccata d’ossigeno», la definisce Fabrizi. «Anche se», aggiunge, «per soddisfare interamente l’offerta avremmo bisogno dell’arrivo di altri lavoratori». Almeno mille secondo alcune stime. Con il decreto flussi, il governo fissa annualmente le quote di ingresso dei cittadini stranieri non comunitari, che possono arrivare in Italia per lavoro subordinato, autonomo o stagionale. Quote che alcuni addetti ai lavori definiscono insufficienti a colmare l’offerta di lavoro in molti settori, tra cui quello agricolo. Incalzato sull’argomento, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha teso una mano alle aziende: «Non abbiamo preclusioni a considerare ampliamenti delle attuali quote di ingresso, fermo restando che le valutazioni concrete andranno svolte in sede interministeriale anche attraverso il confronto con le parti sociali». Per il Fucino alle porte una stagione estiva che si preannuncia tra le più calde di sempre: oltre al lavoro, dunque, l’altra emergenza da affrontare è quella relativa alla siccità. Che gli esperti definiscono ormai «cronica», vista la diminuzione di piogge nel 2022 nell’ordine del 30/40 per cento rispetto alla media annua. Una carenza di acqua che va a unirsi alla problematica delle reti colabrodo presenti nella piana fucense che, secondo i dati in possesso di Confagricoltura, disperdono circa 10 milioni di metri cubi di acqua all’anno. Un problema che, secondo le associazioni di categoria, troverebbe soluzione con un nuovo impianto irriguo. Gli agricoltori sono infatti costretti a prelevare l’acqua dalle falde (procedura sconsigliata dalla comunità europea), alimentando il «disastro ambientale» emerso nel corso della commissione d’inchiesta regionale, presieduta dalla consigliera Sara Marcozzi.
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