frattale (Ance)

I costruttori: «Abbassare i toni e rilanciare il dialogo»

L’AQUILA. «Massima solidarietà al sindaco Cialente sui contenuti della sua battaglia. Crediamo, però,che si debba percorrere con convinzione la strada istituzionale prima di qualunque altra». È...

L’AQUILA. «Massima solidarietà al sindaco Cialente sui contenuti della sua battaglia. Crediamo, però,che si debba percorrere con convinzione la strada istituzionale prima di qualunque altra».

È quanto dichiara il presidente di Ance L’Aquila Gianni Frattale. «È sperimentato ormai», continua, «che le forme eclatanti di protesta raggiungono obiettivi minimi e temporanei e quasi sempre al ribasso, di cui non possiamo più accontentarci. Le rassicurazioni, per ora teoriche, che giungono al sindaco da telefonate romane, non devono far abbassare la guardia, come accaduto finora, per ritrovarci di nuovo fra qualche mese alle prese con gli stessi problemi. I finanziamenti devono essere messi nero su bianco, e resi fruibili e in cassa per tempi programmati fin da oggi. Questo è il vero obiettivo da centrare. Le imprese sono stanche di lavorare per sei mesi l’anno obbligando i propri dipendenti alla cassa integrazione o al licenziamento».

Frattale continua con una proposta. «La fase del governo delle larghe intese suggerisce oggi di abbassare i toni e cambiare strategia: il sindaco dovrebbe a nostro avviso chiamare a confronto i responsabili dei dicasteri competenti e tutti i parlamentari eletti in Abruzzo di ogni parte politica, il sottosegretario Legnini, i ministri Quagliariello e Lupi, che pure con l’Abruzzo ha confidenza e lo stesso Barca che si è defilato con troppa fretta dopo averci messo in questo impasse, ben sapendo che le risorse da lui liberate e annunciate con trionfalismo avrebbero avuto un iter non compatibile con l’avvio dei cantieri in primavera e che comunque poco avrebbero risolto senza una nuova individuazione di fondi. Si trovi, insieme ai sindaci del cratere, alle categorie e ai sindacati, la via per finanziare la ricostruzione senza più scuse».

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