I dipendenti: piove nella sede dell’Arta

Protesta dei lavoratori che hanno proclamato lo stato di agitazione per il sito di Bazzano a rischio inquinamento

L’AQUILA. Le analisi sulle «Sostanze da abuso» si fanno in una stanzetta in fondo alla sala che ospita i laboratori dell’Arta. Per arrivarci devi attraversare 3-4 postazioni di tecnici che analizzano «Acqua di scarico». La stanza delle analisi sull’«Assorbimento atomico», invece, è stretta 3 metri per due. Praticamente ci sta dentro una sola persona. Per il resto, 15-20 esperti lavorano gomito a gomito in uno spazio aperto, si dividono gli strumenti facendo a turno perché non sono sufficienti.

Queste le condizioni in cui si trovano costretti a lavorare tecnici, medici, biologi e ingegneri del distretto provinciale dell’Arta, l’Agenzia regionale per la tutela dell’Ambiente, che in barba alla sua “missione” di controllore della qualità di aria, acqua, terreni, pollini, funghi e sostanze da abuso e radioattive, dal settembre del 2009 è stata spostata nel sito dell’ex Agriformula, azienda produttrice di insetticidi e pesticidi, che si trova nella zona industriale tra Bazzano e Monticchio.

Una collocazione, questa, che dopo quasi quattro anni di attesa i dipendenti – una cinquantina in tutto – non accettano più. Ieri hanno dichiarato lo «stato di agitazione» che partirà già nei prossimi giorni, «stanchi di lavorare in un ambiente inadeguato dal punto di vista degli spazi, della decenza e della sicurezza e su un terreno potenzialmente inquinante, sul quale si sta procedendo alla bonifica». E infatti i camion fanno avanti e indietro carichi di materiale a due passi dai laboratori. Spazi angusti, pochi bagni al limite della decenza e senza maniglie alle porte, colonne senza stucco e grondanti acqua. E poi: mancanza di spogliatoi e di armadietti per tenere separati i propri effetti personali dal luogo delle analisi, infiltrazioni di acqua e mancanza di docce, che non sono un dettaglio. Oltre a essere previste per legge in un luogo deputato alle analisi biologiche e chimiche, le docce servono anche per lavarsi via di dosso sostanze potenzialmente pericolose con cui si può entrare a contatto.

«Alla base della protesta», spiegano i lavoratori, «c’è la perdurante assenza di risposte da parte dei vertici dell’Agenzia e dei decisori politici comunali e regionali». Il trasferimento nella sede dell’ex Agriformula doveva essere, infatti, provvisorio e i dipendenti si sono adeguati «per spirito di responsabilità e di adattamento».

In questi quattro anni si sono susseguite proposte e ipotesi mai concretizzate. «Risale a giugno l’avviso di gara per individuare nuovi locali», argomenta Danilo Cianca, delle Rsu, affiancato da Carla Cimoroni e Angelo Angelone, portavoce dei lavoratori. «Le buste sono state aperte sei mesi fa e su 3 dei 10 locali pervenuti sono stati fatti già i sopralluoghi. Ma da allora non è cambiato nulla per noi e non sappiamo nemmeno dove si trovano questi edifici».

Intanto ieri mattina c’è stato un incontro tra il direttore generale dell’Arta Abruzzo Mario Amicone e il responsabile dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila Paolo Aielli, dal quale i lavoratori sperano emerga una risposta convincente rispetto a quanto prospettato dalle loro istanze. Il sito in questione, nei mesi scorsi, è stato anche interessato da un’inchiesta giudiziaria affidata dalla Procura ai carabinieri della stazione di Paganica al fine di fare luce sull’eventuale presenza di sostanze inquinanti in un vecchio sito industriale adiacente alla stessa sede Arta.

Marianna Gianforte

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