in fabbrica

I dipendenti sono preoccupati: temiamo per i posti di lavoro

CANISTRO. C’è preoccupazione tra i lavoratori della Santa Croce dopo la notizia del sequestro dei beni e dell’arresto di Camillo Colella. In azienda si continua a lavorare senza sosta, ma ogni volta...

CANISTRO. C’è preoccupazione tra i lavoratori della Santa Croce dopo la notizia del sequestro dei beni e dell’arresto di Camillo Colella. In azienda si continua a lavorare senza sosta, ma ogni volta che i cancelli si aprono e si chiudono per l’arrivo dei tir che caricano e scaricano merce i dipendenti guardano con apprensione le operazioni temendo un blocco delle attività. «Quello che più ci spaventa è che possa arrivare la Finanza e bloccare la catena lavorativa», ha commentato Marcello Pagliaroli della Flai-Cgil. «Sono andato personalmente in azienda e insieme ai rappresentanti di stabilimento Maurizio Bisegna e Francesco Sabatini ho parlato con i dipendenti. Il clima certamente non è dei migliori, si teme che tutta questa vicenda possa avere delle ripercussioni sul lavoro dell’azienda». Attualmente, nello stabilimento dove si imbottiglia l’acqua della Valle Roveto i 75 dipendenti osservano i contratti di solidarietà con una rotazione che ne vede circa 28 al lavoro ogni settimana. Negli ultimi mesi non sono mancati problemi per la mancata erogazione dei fondi necessari per i pagamenti, ma poi l’allarme è rientrato e i dipendenti hanno ottenuto regolarmente i salari arretrati. «La situazione in azienda è tranquilla per il momento», ha continuato Pagliaroli. «I camion entrano ed escono con regolarità, ma il clima tra i dipendenti è piuttosto teso. Il rischio è che ci possano essere dei blocchi dei contratti di solidarietà, anche se noi faremo del tutto per evitarlo. Ci sono 75 famiglie che rischiano di rimanere per strada senza un futuro; per questo chiediamo alla Regione di verificare con la massima trasparenza l’assegnazione trentennale delle acque. Ora più che mai serve un esame chiaro della situazione, non possiamo mettere in discussione il domani di centinaia di persone».

Eleonora Berardinetti

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