Incendiate le case disabitate

Rogo doloso appiccato di notte nelle palazzine comunali di via Di Vincenzo danneggiate dal sisma

L'AQUILA. Fiamme dolose nelle case disabitate. In via Giovanni Di Vincenzo, nelle palazzine comunali delle abitazioni cosiddette «parcheggio», le fiamme partono dai garage e si levano alte. Fiamme che partono da più punti diversi, sempre dal livello dei garage, e rischiarano la notte. Dopo le quattro il primo innesco. Poi, a catena, tutti gli altri. Una telefonata allerta i vigili del fuoco che lavorano fino al mattino per avere ragione dell’incendio. Si tratta di case disabitate in quanto danneggiate dal terremoto e ancora non interessate da lavori di ristrutturazione. Ma in molti casi i residenti hanno lasciato dentro mobili e suppellettili, «tutto quello che siamo riusciti a salvare dalle incursioni dei ladri», come raccontano alcuni cittadini che si radunano fin dalle prime ore del mattino davanti a quello spettacolo che nessuno avrebbe mai voluto vedere. Le case devastate due volte. Prima dal terremoto e poi dal fuoco.

I residenti chiedono di sapere, e in tempi rapidi, chi e per quale motivo ha deciso di appiccare un incendio proprio in quelle case. Tra l’altro, almeno a giudicare da alcuni materassi non propriamente abbandonati, e da alcuni cartoni opportunamente sistemati con alte pile di coperte sudicie, nei sottoscala e negli androni qualcuno trova riparo. È per questo motivo che, una volta domate le fiamme, i vigili del fuoco effettuano un sopralluogo accurato per scongiurare la presenza di persone.

Del resto, tutto il complesso immobiliare, che consta di più scale, per un totale di circa 40 appartamenti, è lasciato da tempo in uno stato di degrado evidente, che si estende anche alle aree circostanti. In quella stessa zona, nei mesi scorsi, era stata scoperta una baraccopoli realizzata da persone straniere senza fissa dimora che avevano sistemato le loro abitazioni provvisorie in mezzo alla vegetazione. L’immobile in questione, secondo i primi accertamenti, ha riportato danni strutturali a causa del terremoto. Edifici da riparare oppure da abbattere ma comunque lasciati alla merce’ di chiunque. I vigili del fuoco, tra le altre cose, tirano fuori dai due piani interessati dalle fiamme anche alcune bombole di gas che fortunatamente non sono state raggiunte dal rogo. Inoltre nei garage spuntano fuori anche motorini. Il conto dei danni è ancora in corso. Sul fronte delle indagini tutte le ipotesi al momento restano aperte. La più accreditata è quella che porta al mondo dei disperati che, a vario titolo, frequentano quella zona. Frequentazioni che interessano tutta l’area tra la stazione ferroviaria e la galleria commerciale Meridiana. Forse alla base del gesto sconsiderato c’è uno sgarro in seguito a un diverbio tra gruppi rivali. Meno probabile, invece, l’azione dimostrativa. Vengono ascoltate, nel corso della giornata, le prime testimonianze. I vigili del fuoco rimetteranno un rapporto alla Procura sulle cause che hanno determinato il rogo. L’intero complesso, già inagibile, viene transennato ed è impossibile entrarci. Neppure per verificare cosa è rimasto intatto e cosa è andato distrutto.

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