La croce con la foto del generale dei carabinieri gorestali Guido Conti sul luogo del ritrovamento del cadavere (foto Claudio Lattanzio)

SULMONA

Inchiesta sulla morte del generale Conti, storia infinita

Per la Procura è un suicidio e torna a chiedere l'archiviazione, ma la famiglia sospetta l'omicidio e si oppone di nuovo. Chieste altre indagini e l'audizione di due colleghi, di fare luce su una telefonata e sul bossolo di una pistola

SULMONA. La Procura di Sulmona chiede per la seconda volta l'archiviazione dell'inchiesta sulla morte del generale Guido Conti, ma la famiglia si oppone di nuovo e chiede di riaprire il caso. Una storia infinita quella legata alla tragica scomparsa dell'ufficiale dei carabinieri forestali, morto il 17 novembre del 2017 e il Gip Marco Billi ha già fissato al 12 novembre l'udienza nella quale sia la Procura che la parte civile si scontreranno nuovamente ognuno per affermare le proprie verità sulla tragedia.

Nella richiesta di riaprire il caso i familiari del generale hanno ribadito la loro piena convinzione che il suicidio non sarebbe compatibile con il profilo psicologico ed il carattere di Guido Conti. Inoltre le motivazioni con le quali la Procura è tornata chiedere l'archiviazione non avrebbero soddisfatto pienamente tutte le richieste investigative che erano state avanzate nella prima opposizione all'archiviazione.

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Tre i punti principali sui quali la famiglia difesa dall'avvocato Alessandro Margiotta chiede nuove indagini. Due colleghi del corpo forestale avrebbero avuto colloqui con il generale nei giorni immediatamente precedenti la sua morte e secondo la famiglia i due avrebbero cose molto interessanti da riferire. Inoltre vengono chiesti accertamenti più precisi sul bossolo di una pistola ritrovato vicino al corpo del generale Conti, a pochi metri dalla strada statale provinciale che da Sulmona porta a Pacentro. Si chiede inoltre l'individuazione di una persona che avrebbe contattato telefonicamente Guido Conti, come risulta dai tabulati telefonici, alcune ore prima della morte. Inoltre si chiede di indagare su altri piccoli dettagli con i quali fugare tutti i rimanenti dubbi che ancora segnano la tragedia di tre anni fa. Ad opporsi alla nuova richiesta di archiviazione sono stati la moglie del generale Annamaria Piras, la figlia Annamaria e la sorella Silvia Conti.