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Ingegneri e architetti: «Rischio di blocco totale»

L’AQUILA. Bordate al Comune dagli ordini professionali in diretta e in...differita. In diretta quelle del presidente dell’Ordine degli Architetti Gianlorenzo Conti, presente al convegno, le altre...

L’AQUILA. Bordate al Comune dagli ordini professionali in diretta e in...differita. In diretta quelle del presidente dell’Ordine degli Architetti Gianlorenzo Conti, presente al convegno, le altre inviate via e-mail dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri Elio Masciovecchio.

GLI ARCHITETTI. «In città», esordisce Conti, «vedo un periodo di fiacca, quasi di sconforto, anche da parte delle categorie professionali. In ogni caso, non condivido l’ottimismo del sindaco. Come si fa a dire “i soldi ci stanno” poi esce una comunicazione di progetti dove, a fianco, c’è scritto “non finanziato, non finanziato, non finanziato”...i cittadini hanno diritto di conoscere la verità: le risorse non ci sono, arrivano a mozzichi e bocconi. Inutile illudere la gente. Noi vogliamo fare delle proposte ma non siamo ascoltati. Il Comune non ci chiama, c’è un dirigente non all’altezza della situazione», accusa il presidente degli Architetti. «Sono mesi e mesi che chiediamo lo snellimento delle procedure, perché il vero nodo è questo: siamo imbrigliati in mille norme e gli uffici chiedono mille integrazioni arbitrarie e illegittime, sempre le stesse cose. Il dirigente non prende nessuna iniziativa. Il Comune è sul banco degli imputati. Ho un’idea da suggerire al sindaco: nominare un dirigente esterno. Dopo anni di vuoto all’ufficio ricostruzione, dove qualcuno era stato mandato lì per frenare, ora l’ufficio ci sta ascoltando e sta lavorando. Ci sono 1800 parametriche parte prima che bisogna smaltire in un anno e mezzo-due. Il blocco sta al Comune. Una volta approvate le schede, poi si fermano all’ufficio edilizia. L’intoppo sta lì, e va rimosso. Di progetti ce ne sono migliaia ma è la burocrazia che frena: le carenze non sono le nostre. Il recupero sociale? Il piano di ricostruzione è una scatola vuota fatta apposta per rispondere alla legge ma non c’è riferimento al recupero sociale. Noi, anche con l’urban center, vogliamo dare risposte su questo. Ma in questo contesto il progetto ha perso qualsiasi centralità: tutto è affidato a numeri e tabelle. Gli unici progetti fatti sono stati quelli con la Soprintendenza. Senza edifici vincolati non si sarebbe partiti per niente: manca un piano organico per il centro storico. Le priorità dei comparti sono stabilite sulla base di calcoli matematici. Così ti passa la voglia. La partecipazione ha un senso se dall’altra parte c’è ascolto».

GLI INGEGNERI. «L’Aquila rischia il blocco della ricostruzione»: questo l’allarme degli ingegneri. Per Elio Masciovecchio, presidente dell’Ordine professionale, il disegno di legge dà un stop ai lavori. Perciò ha telefonato alla senatrice Pezzopane «poiché», scrive Masciovecchio, «è stato recepito in maniera completamente errata quanto contenuto nel disegno di legge, nel quale si afferma che il direttore lavori e il collaudatore statico non possono avere avuto rapporti, negli ultimi 3 anni, con l’impresa affidataria dei lavori e/o subappaltatrice. Nel testo approvato si legge, invece, che il progettista e il direttore dei lavori non possono avere in corso né avere avuto, negli ultimi 3 anni, rapporti professionali, commerciali o di collaborazione con l’impresa affidataria dei lavori di riparazione o ricostruzione. Tutto questo implica un blocco totale dei lavori, poiché è quasi impossibile che un professionista in questi sei anni non abbia avuto rapporti di collaborazione con almeno un’impresa».(e.n.)

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