L’Aquila, cosche e terremoto: nuova inchiesta in Calabria

Inchiesta della Dda di Catanzaro: la cosca della ’ndrangheta Mancuso-Tripodi di Vibo Valentia, con la collusione di una loggia massontica, mirava ai lavori della ricostruzione

CATANZARO. I lavori di ricostruzione post-terremoto in Abruzzo e la realizzazione della fibra ottica a Roma erano due degli ’affari’ a cui guardava con grande interesse la cosca della ’ndrangheta dei Mancuso-Tripodi di Vibo Valentia. È quanto sta emergendo dall’inchiesta della Dda di Catanzaro su intrecci tra massoneria e la ’ndrangheta. Per oltre quattro ore stamane il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, ha sentito uno degli indagati dell’inchiesta, Francesco Comerci, di 37 anni, titolare della società Edil Sud, riconducibile secondo gli inquirenti alla cosca della ’ndrangheta dei Mancuso-Tripodi.

Gli inquirenti sostengono che esistevano stretti collegamenti tra Comerci e Paolo Coraci, originario di Messina e residente a Roma, fondatore di una loggia massonica e del movimento politico ’Liberi e Fortì. Nel 2010 Comerci avrebbe partecipato, secondo quanto ricostruiscono gli inquirenti, ad una cena elettorale per sostenere la candidatura al consiglio regionale del Lazio di Raffaele D’Ambrosio. In quella circostanza Coraci avrebbe chiesto a Comerci il sostegno elettorale in favore di D’Ambrosio in cambio di appalti nel Lazio. Le indagini della Dda di Catanzaro, inoltre, si sono spinte anche oltre. Gli inquirenti, infatti, ipotizzano che Comerci aveva costituito una società con la quale potersi aggiudicare i lavori di ricostruzione delle zone terremotate in Abruzzo.

Ed è su tutte queste ipotesi investigative che stamane si è svolto una parte dell’interrogatorio di Comerci il quale ha fornito agli inquirenti la sua versione dei fatti. Il cuore dell’inchiesta della Dda di Catanzaro, inoltre, è rappresentato dagli intrecci della loggia massonica fondata da Coraci con il mondo della politica e dell’imprenditoria e con la ’ndrangheta. Agli atti dell’inchiesta c’è anche il tentativo da parte della loggia massonica di infiltrarsi nei consigli di amministrazione di alcuni enti e società pubbliche tra cui Finmeccanica e Poste Italiane. Altro filone dell’indagine riguarda, invece, gli intrecci tra la loggia massonica e la ’ndrangheta per accaparrarsi appalti e subappalti in Lombardia, Veneto e Lazio.

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