La processione sfila tra i cantieri

Migliaia di fedeli per accompagnare il simulacro del Cristo Morto lungo le vie del centro storico

L’AQUILA. Le gru dei cantieri attivi disegnano i confini della processione del Venerdì Santo. Anno dopo anno, il corteo solenne si tuffa nella città ferita, in un percorso che cambia a seconda delle strade e dei vicoli tornati agibili.

Stavolta, il canto del Miserere raggiunge piazza della Prefettura, passando per corso Vittorio Emanuele, per piazza Duomo e la cattedrale di San Massimo, davanti agli sguardi di migliaia di fedeli distribuiti alla meglio. Poi in via dell’Arcivescovado, per far ritorno alla basilica di San Bernardino, attraverso piazza San Marco e via Indipendenza.

Una processione – rifondata nel 1954 dallo storico animatore Nicola Roccioletti, supportato, in epoca più recente, dai Cavalieri del Venerdì santo – che utilizza simulacri interamente moderni realizzati da Remo Brindisi e altri artisti.

«Era il periodo in cui il Teatro stabile, l’Orchestra sinfonica, la società concertistica Barattelli crescevano e si sviluppavano», ricorda Federico Fiorenza, ex direttore del Tsa e parente acquisito dello stesso Brindisi. «La solenne processione raccoglie un po’ l’eredità di quel periodo così importante per l’evoluzione culturale di questa città».

Quest’anno, incensieri in rame e icone sacre sono accompagnati da tante associazioni della società civile, a partire dal simulacro del Cristo Morto, scortato dai membri dell’associazione Jemo ‘nnanzi, mentre agli studenti del Liceo Scientifico è stato affidato l’incensiere in rame con drappi d’argento e alle associazioni di Tornimparte il gruppo figurativo della Via Crucis. In corteo anche vigili urbani, volontari di Croce rossa e Croce bianca, protezione civile, vigili del fuoco e funzionari comunali. Piuttosto ridotta la delegazione dei politici.

Non manca anche quest’anno il tributo alle vittime del sisma da parte dei familiari e dell’associazione Avus.

Nel corteo anche le associazioni d’arma e le delegazioni dei gruppi religiosi. A sfilare anche l’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, il nunzio apostolico Orlando Antonini e l’arcivescovo emerito Giuseppe Molinari. Riflessione e speranza, seppur nel clima di dolore collettivo, nelle parole di Petrocchi al termine della processione. Per consentire il passaggio dei simulacri, il cantiere della basilica di San Bernardino si è fermato per qualche giorno. I lavori riprenderanno dopo il week-end di Pasqua.

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