La talpa buca la galleria di Marana Amatrice più vicina in superstrada 

Messa con la statua di Santa Barbara celebrata con gli operai, l’imprenditore Toto e i tecnici Anas Cento persone al lavoro per aprire il varco. Il tratto di un chilometro sarà pronto entro un anno

MONTEREALE. Le benne delle grandi ruspe sono a terra. Prima di poter muovere le ruspe si dovrà aspettare che il lunghissimo braccio di un “posizionatore”, un enorme pungiglione lungo più di 16 metri, buchi la roccia, vi infili dentro una serie di pali che, uno alla volta, contribuiranno a costruire la calotta che proteggerà lo scavo della galleria e permetterà al cantiere di avanzare. L’operaio che porta la piccola statua di Santa Barbara, dopo essersi accuratamente imbracato, sale in cima alla galleria portato in quota da un lungo carrello elevatore. Giù, dal basso, dalla piccola folla di operai in tuta gialla e arancione sale un piccolo applauso. Santa Barbara, la Santa patrona dei cantieri, veglierà sulle centinaia di operai che da ieri sono al lavoro per aprire la galleria di Marana sulla superstrada L’Aquila-Amatrice. Un chilometro e cento metri di galleria, che permetteranno di scavalcare l’abitato di Marana, frazione di Montereale posta sulla strada che dall’Aquila porta al martoriato territorio di Amatrice passando per Montereale e Aringo. Una strada che le popolazioni locali stanno aspettando da decenni, e che ieri ha visto la benedizione della galleria che è la parte principale del quarto lotto.
I LAVORI. Il valore del quarto lotto è di 61 milioni. Il terzo lotto, da San Pelino a Marana, è in ritardo per alcuni residuati bellici. Dall’altra parte della galleria, verso Montereale, sono stati già costruiti alcuni ponticelli che permetteranno di scavalcare la nuova arteria che, grosso modo, ricalca il tracciato della dismessa ferrovia L’Aquila-Capitignano e affianca la progettata ciclovia. I lavori non possono andare avanti più di tanto, perché in alcuni punti è stato previsto di usare proprio il materiale che verrà estratto dalla galleria.
LA CERIMONIA. Ad applaudire l’inizio lavori, oltre al sindaco di Montereale Massimiliano Giorgi, c’è Paolo Toto, consigliere delegato della Toto costruzioni, la ditta che si è aggiudicata l’appalto. A fare gli onori di casa c’è anche Claudio Bucci, responsabile unico del progetto per conto di Anas. «È vero, siamo partiti con un po’ di ritardo», ammette Bucci, «ma siamo sicuri che la ditta saprà recuperare». «I lavori del lotto devono terminare da contratto nel marzo del 2022», ricorda l’ingegner Matteo Scacciafratte, direttore del cantiere, «ma per quanto riguarda la galleria, l’appuntamento per abbattere l’ultimo diaframma è per il prossimo anno». «Ci dovremmo riuscire, non sarà facile», promette il geometra Franco De Medio. Una messa in cantiere, con don Serafino Lo Iacono e don Luis Fernando Maya Benjumea, rispettivamente parroci di Montereale e Marana, la benedizione delle piccole statue di Santa Barbara che saranno posizionate all’inizio delle due gallerie. Saranno un centinaio gli operai che lavoreranno su due fronti. Prima la calotta fatta con il posizionatore, poi un metro di scavo con le grandi ruspe, poi una centina di rinforzo, poi un altro metro, poi un’altra centina. Nove metri a settimana, una quarantina al mese, i due fronti della galleria che si avvicinano l’uno all’altro, una squadra scava, una consolida, dall’altra parte lo stesso, tenuti sotto controllo minuto per minuto da un addetto topografo. «In tante gallerie scavate, al massimo ci siamo sbagliati di un paio di centimetri», sorride De Medio. «È un momento importante», dice il sindaco Massimiliano Giorgi. «È da troppo tempo che questo territorio aspetta un’arteria fondamentale per il suo sviluppo». «Abbiamo trovato più acqua del previsto, ma il grosso del ritardo di questo cantiere è stato causato dal ricorso al Tar degli altri concorrenti», ricorda Paolo Toto. «È una cosa che capita abbastanza spesso e deriva dal caos di norme contrastanti, un’infinità di enti con ognuno che rilascia un’autorizzazione per il suo pezzettino. La giungla di norme è un problema che va oltre gli appalti, riguarda la vita di tutti i cittadini».
©RIPRODUZIONE RISERVATA