martedì la presentazione 

“Le Donne di Cardabello” nel volume della prof Galeota

L’AQUILA. Martedì alle 19 la Biblioteca delle Donne riapre alla città per presentare il libro “Le donne di Cardabello”, della professoressa Anna Maria Galeota.L’evento avverrà, in tutta sicurezza,...

L’AQUILA. Martedì alle 19 la Biblioteca delle Donne riapre alla città per presentare il libro “Le donne di Cardabello”, della professoressa Anna Maria Galeota.
L’evento avverrà, in tutta sicurezza, nella Casa delle Donne e in contemporanea sulla piattaforma Zoom e in diretta Fb. In caso di maltempo l’evento avrà luogo esclusivamente on line.
Il libro segue le tracce di una memoria comune che lascia emergere immagini di donne, tradizioni e accadimenti vissuti direttamente dalla scrittrice o rintracciati attraverso il racconto di altre donne per ricomporre le fila di un disegno al quale anche la sua vita appartiene. Dialogheranno con la scrittrice Maristella Lippolis e Silvia Frezza.
«Cardabello», spiega l’autrice, «è una delle sette ville di cui è formato San Demetrio ne’ Vestini, un paese a struttura policentrica. Le altre sono: Cavantoni, Collarano, Villa Grande, Cardamone, San Giovanni, Colle, più la frazione di Stiffe. A Cardabello, dove sono nata, ho conosciuto direttamente, o attraverso racconti di epoche passate, donne straordinarie che, pur non avendo alcun diritto sociale e civile (quello di studiare, di votare, di ereditare, di disporre del proprio corpo...), sapevano intrecciare, attraverso le loro azioni, quasi sempre collettive. Fili di relazioni che divenivano trame e che attingevano ad antiche tradizioni e miti. Anche il nome del paese, tolto dal solco esclusivamente maschile, cui la storia ufficiale dominante lo ha consegnato (il santo guerriero), fa emergere la dea preromana Vesta, dea del fuoco sacro e le sue Vestali. E sua sorella Cerere, dea della fertilità, il cui nome romano è Demetra, e ha dato probabilmente il suo nome a San Demetrio. A queste antiche dee erano ispirati i gesti di molte delle mie donne dal filare e tessere, al custodire il fuoco, alla sacralità del pane, alla vicinanza a chi nasce e a chi muore. L’intento del mio lavoro», aggiunge la scrittrice, «oltre a un viaggio nella memoria, è quello di consegnare all’immaginario delle giovani generazioni, che spesso ricevono soltanto modelli maschili, modelli femminili che, se non hanno avuto un’affermazione sociale, hanno gestito, con i loro gesti di cura e di dedizione, le trame della vita e della morte: l’essenza dell’esistere».
La prima presentazione del libro era prevista a San Demetrio per il 4 aprile 2020. Il Covid ha modificato il programma. L’appuntamento nel «luogo del cuore» della scrittrice è tuttavia soltanto rimandato, essendo in via di riprogrammazione.