Morti nell’elicottero: la scia delle fiaccole illumina la montagna 

Nel 2017 il terribile schianto a Campo Felice con sei vittime Celebrata anche una messa. Bianchi: «Ferita ancora aperta» 

ROCCA DI CAMBIO. Una scia luminosa disegnata sulle piste di Campo Felice, il ricordo indelebile delle sei vite spezzate in un giorno di nebbia di sei anni fa. Ieri sera la fiaccolata.
Proprio su quelle montagne, il 24 gennaio del 2017 un elicottero del 118 si schiantò contro una roccia sul monte Cefalone, al ritorno da un intervento di soccorso, senza lasciare nessuno scampo ai sei passeggeri: il medico Valter Bucci e l’infermiere Giuseppe Serpetti del 118 dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, il tecnico di bordo Mario Matrella, il tecnico del Soccorso alpino Davide De Carolis, il pilota Gianmarco Zavoli e il paziente, Ettore Palanca.
La fiaccolata, organizzata dal Soccorso alpino dell’Aquila in collaborazione con il Comune di Rocca di Cambio e la società Campo Felice, si è dispiegata sulla pista Toro della stazione sciistica, che è stata raggiunta dagli sciatori attraverso la seggiovia Cerchiare. Un serpentone, quello di ieri, che ha inteso illuminare il posto dove sei anni fa è sceso il più terribile buio.
Quello vissuto ancora oggi dai familiari delle vittime, che ieri mattina hanno partecipato alla commemorazione nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, meglio nota come Anime Sante, in piazza Duomo all’Aquila. La messa è stata celebrata da don Daniele Pinton, insieme a don Renzo D’Ascenzo, ed è stata animata dal coro del Club alpino italiano, diretto dal maestro Giulio Gianfelice. L’organizzazione è stata curata dell’accademia medica della provincia dell’Aquila “Salvatore Tommasi”, in collaborazione col dipartimento di Emergenza e accettazione della Asl 1 Abruzzo.
«Questa tragedia è stata un’occasione di riflessione» ha detto don Daniele Pinton, durante l’omelia. «Bisogna prendere atto della buona volontà e dell’impegno, a volte molto coraggioso, di coloro che svolgono questo servizio. Trovarsi dopo sei anni a commemorare questi fratelli è testimonianza del fatto che quando si semina il bene, quando si semina l’amore, amore e bene vengono raccolti nel tempo. Questi ragazzi erano una testimonianza di abnegazione e coraggio».
Al termine dell’omelia il primario del 118, Gino Bianchi, ha commentato: «È una ferita ancora aperta nei nostri cuori. Sei anni fa come oggi era martedì, come oggi le piste erano innevate, purtroppo non c’era il sole, come oggi».
Nella stessa giornata di ieri, è stato organizzato anche un corso di formazione dedicato agli operatori (medici e infermieri) appartenenti al dipartimento di Emergenza e accettazione della Asl, all’Università dell’Aquila, nell’aula magna Alan Turing di Coppito. I direttori e responsabili delle diverse unità operative del dipartimento, condotto dal professor Franco Marinangeli, hanno delineato le progettualità in essere per migliorare efficienza ed efficacia della filiera dell’emergenza e della maxi emergenza. «Queste commemorazioni devono insegnarci l’importanza del tema della sicurezza sul luogo di lavoro. Un tema che deve essere centrale nelle nostre attività quotidiane», ha ricordato lo stesso Marinangeli. «Quella avvenuta sei anni fa, in fondo, è stata purtroppo una morte sul luogo di lavoro, seppur in un luogo insolito come un elicottero».
©RIPRODUZIONE RISERVATA